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PALERMO – "Mi sbattono contro il cancello in ferro e contro i muri trascinandomi come un sacco facendomi sbattere contro spigoli e sporgenze. Temo per la mia incolumità. Aiutatemi, sono disperato. È urgentissimo". È la lettera a cuore aperto di Aldo Cucè, 27 anni, detenuto nel carcere di Pagliarelli per stalking. Il giovane, come riporta "PalermoToday", ha scritto al padre denunciando continue aggressioni dei secondini. Il padre, Mauro Cucè, ha denunciato tutto ai carabinieri, alla procura e al Dap di Roma. Ecco il testo della lettera:

"Un secondino stressato forse da problemi familiari si è sfogato con me. Mi hanno tenuto in cella nudo, senza scarpe, né federe o lenzuola. Non c'era neanche il bagno. I maiali sono trattati meglio. I colpi contro muro e spigoli e la forza con cui mi tiravano e sbattevano sono stati tali da farmi mancare il respiro. Il carcere Pagliarelli non serve a rieducare ma a formare i criminali per torturare sia fisicamente che psicologicamente, a istigare ai suicidi. Infatti da quando sono qui dentro ho visto più morti impiccati che fuori in libertà. E qua c'è un commissario che partecipa alle violenze… I secondini fanno gruppo tra di loro e agiscondo quando non ci sono altri detenuti che possono fare da testimoni. Io voglio studiare e avere la possibilità di lavorare. Cosa ci sto a fare qua se il carcere mi ha insegnato a essere più violento? Se continuano così mi tolgo la vita. Aiutatemi, non ce la faccio più".