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Le Vie dei Gusti – Itinerari Culturali Sherbeth

IX Festival Internazionale del gelato artigianale

dal 28 settembre al 1 ottobre 2017. Percorsi a cura della Cooperativa Turistica Terradamare

 

Sherbeth e Terradamare presentano "Le vie dei Gusti – Itinerari Culturali Sherbeth": passeggiate che esplorano la città, le sue meraviglie, i suoi scorci. 

Dal 28 settembre al 1 ottobre 2017 si rinnova la collaborazione tra la Cooperativa Turistica Terradamare e Sherbeth, il festival internazionale del gelato artigianale che giunto alla sua nona edizione 
si tiene ogni anno nell’elegante centro storico di Palermo.  

Via Maqueda, Corso Vittorio Emanuele, i Quattro Canti sono le aree dove si snoderanno gli stand della 45 gelaterie provenienti dall’Italia e dal mondo. Un percorso  in cui si intersecano le trame cittadine, 
la spiritualità dell'eredità della cultura araba e le storie che piazze e vie riescono ancora a restituire.

La percorreremo nel suo fascino diurno, ma anche di sera, quando le luci dei lampioni regalano la magia ai prospetti dei palazzi, tra i marmi mischi delle suore di clausura, tra i colori dei gelati e dei volti di chi questa città l'ha resa un patrimonio da ammirare e riesplorare.

Il gelato, prodotto tipico siciliano, prodotto di popoli e prodotto di anneddoti, è il leitmotiv che ci condurrà tra dimore storiche e viuzze, tra luoghi celati e tradizioni. Andremo inoltre alla scoperta di una delle figure centrali  della diffusione e del successo del gelato, Francesco Procopio Cutò, gelatiere nato a Palermo nel 1651, a cui la città ha recentemente intitolato una piazza, proprio nel cuore di quel centro storico dove sembra essere cresciuto prima di partire per Parigi e fondare il celebre caffè letterario  “Le Procope”.

 

I Palazzi nobiliari lungo il Cassaro. Percorso: Palazzo Asmundo, Palazzo Alliata di Villafranca, Palazzo Bonocore, Area Quaroni (28 settembre e 29 settembre ore 21 – €20).

Le strade del Capo. I mestieri, i Santi e la superba architettura. Percorso: Oratorio di Sant’Onofrio, Chiesa di Sant’Agostino, Chiesa di Sant’Ippolito (esterno), via delle sedie volanti, tetti della Cattedrale  (30 settembre ore 10 – €18).

Una Favola urbana. Percorso: Chiesa di santa Caterina, piazza Pretoria, Quattro Canti, Cassaro, piazzetta Sette fate, piano Palazzo Reale (30 settembre ore 16 – € 15)

L’arte araba a Palermo. Percorso: Cattedrale, Chiesa di Santa Cristina La Vetere, Camera delle meraviglie.  (Domenica 1 ottobre ore 17 (€20).

 

Tutti gli itinerari si concluderanno presso l'area degustazione del Festival. Nel costo dei ticket sono compresi: ingresso monumenti, auricolari, guida turistica locale e operatori culturali,  degustazione gelati).

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Infoline: 3298765958 – 3207672134 –  eventi@terradamare.org – www.terradamare.org/infoline

 

I Palazzi nobiliari lungo il Cassaro

Giorno 28 settembre e 29 settembre ore 21,00

 

Percorso: Palazzo Asmundo, Palazzo Alliata di Villafranca, Palazzo Bonocore, Area Quaroni. Punto di raduno: piano della Cattedrale

Quota individuale: 20,00 euro (comprende: ingressi ai monumenti, auricolari, guida turistica locale e operatori culturali,  degustazione gelati).

 

 

Percorrendo il Cassaro, tra le sue strade ed i suoi vicoli, ci si imbatte in scenografiche piazze, in maestose chiese e palazzi dove la nobiltà palermitana faceva sfoggio della sua potenza. Dalle civiltà araba e normanne, fino ai maggiori artisti della cultura siciliana, scopriremo le meraviglie di uno dei centri storici più grandi d’Europa.

Il nostro percorso comincia da Palazzo Asmundo, dimora nobiliare di Giuseppe Asmundo di Paternò, luogo in cui tra i settecenteschi affreschi di Gioacchino Martorana e le poliedriche collezioni museali, mostreremo il fascino della Palermo felicissima tanto decantata dai grandi viaggiatori che di Palermo si innamorarono. Poco più avanti, a Piazza Bologni, si trova Palazzo Alliata di Villafranca, altra principesca dimora costruita sui resti di due precedenti palazzetti di proprietà di don Aloisio Beccadelli di Bologna. Ampiamente rimaneggiato a seguito del terremoto del 1751, vide impegnati nella costruzione alcune tra le maestranze più importanti del settecento siciliano; l’architetto Giovanni Battista Vaccarini, gli stuccatori di scuola serpottiana (forse Procopio Serpotta, figlio del più celebre Giacomo) e il pittore Gaspare Serenario. Il Palazzo ospita inoltre una collezione d’arte di notevole pregio storico e artistico, come la celebre “Crocifissione” di Antoon Van Dyck, le due grandi tele di Matthias Stom, “La lapidazione di Santo Stefano” e “Il Tributo della moneta”.

Tra piazza Pretoria ed i Quattro canti, si affaccia Palazzo Bonocore, preziosa testimonianza monumentale e storico-artistica dei primi anni del secolo XVI, in uno scenario urbano tra i più belli d’Italia e a pochi metri da Piazza Bellini dove insistono i due monumenti UNESCO “La Martorana” e “San Cataldo”. Dopo un recente restauro da parte della Soprintendenza dei BB.CC, il palazzo riapre le porte svelando splendidi affreschi, espressione dell’arte neoclassica siciliana grazie anche all’impegno dell’Associazione I WORLD che adibisce il Palazzo Bonocore a Museo Multimediale sul Patrimonio Culturale Immateriale di Sicilia.    
La nostra passeggiata terminerà presso piazza Francesco Procopio Cutò, nel rione del Capo, all'interno del complesso recentemente ristrutturato denominato Area Quaroni. Ultimo tassello di coloro che resero celebre la cultura siciliana, attraverso il racconto di quel gelatiere che nel seicento divulgò l’arte del gelato in Francia.

 

Le strade del Capo.

I mestieri, i Santi e la superba architettura

Sabato 30 settembre ore 10.00

 

Percorso: Oratorio di Sant’Onofrio, Chiesa di Sant’Agostino, Chiesa di Sant’Ippolito (esterno), via delle sedie volanti, tetti della Cattedrale. Punto di raduno: area Quaroni

Quota individuale: 18,00 euro (comprende: ingressi ai monumenti, auricolari, guida turistica locale e operatori culturali,  degustazione gelati).

 

La nostra passeggiata inizia dall’Oratorio di Sant’Onofrio, sorto nella seconda metà del ‘500 per volere della Compagnia di S. Onofrio. Un tempo dinanzi all’Oratorio scorreva il fiume Papireto, il cui nome deriva dalle piante di papiro che copiose crescevano sui suoi argini. Oggi, ci racconta la storia del Santo, eremita per eccellenza, bonariamente chiamato dai palermitani “Santu Nofriu u’ pilusu”, per via della sua lunga barba e della folta e maestosa capigliatura che confondendosi avvolgevano tutto il suo corpo, quasi rivestendolo. Al suo interno, sull’altare maggiore, una tela, attribuita a Giuseppe Salerno (1570-1633) detto lo Zoppo di Gangi, racconta il momento della morte del Santo eremita.

La successiva tappa sarà la bellissima Chiesa di S. Agostino a Palermo dove si svolge il rito delle Rose dedicato a Santa Rita. La chiesa risale al 1275, quando fu costruita sulla precedente cappella della famiglia Maida per volere delle famiglie Sclafani e Chiaromonte. Il portale decorato risale al Quattrocento. Completa la facciata romanica il bel rosone. Nei primi anni del settecento l’interno della Chiesa, ad unica navata, subì una radicale rivisitazione: l’originaria copertura in legno fu sostituita da una volta a botte, e fu chiamato il grande Giacomo Serpotta (1656-1732) per curarne l’apparato ornamentale con i suoi raffinati stucchi.

Tra le bancarelle del mercato, si staglia la facciata della Chiesa di Sant’Ippolito, costruita nel 1583 su una cappella risalente al XIII secolo, ingrandita con la realizzazione di un "cappellone" restaurato nella prima metà del '700. Fu in questo sito che venne battezzato Procopio Cutò, il gelatiere che nel seicento divulgò l’arte del gelato in Francia.

Alcune strade del Capo ci ricordano altre storie: quelle degli antichi mestieri dei saponari e delle sedie volanti che verranno narrati durante la passeggiata e la figura di Petru fudduni, umile “pirriaturi” e lavoratore della pietra, non era letterato di professione, scrisse però innumerevoli poemi; visse pure una giovinezza scapestrata, ma ebbe modo di cantare la vanità delle cose.     

La nostra passeggiata terminerà nella Cattedrale di Palermo, laddove ogni cultura ha lasciato la sua traccia, dove l’incanto arabo normanno si snoda in elementi architettonici superbi, fino a giungere alla maestosa cupola, per fetta scenografia di una città vista dall’alto

 

 

Una Favola urbana

Sabato 30 settembre ore 16,00

 

Percorso: Chiesa di santa Caterina, piazza Pretoria, Quattro Canti, Cassaro, piazzetta Sette fate, piano Palazzo Reale. Punto di raduno: Piazza Bellini

Quota individuale: 15,00 euro (comprende: ingressi ai monumenti, auricolari, guida turistica locale e operatori culturali,  degustazione gelati).

 

A Palermo ci furono i re, gli ammiragli, vi erano le carrozze e le fate, racconti che si intrecciano passeggiando per il centro storico e che verranno narrati visitando alcuni luoghi suggestivi della città.

Da piazza Bellini, in un magnifico colpo d’occhio si trovano alcuni dei monumenti più belli della città: La chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, la chiesa di San Cataldo, la chiesa di Santa Caterina. Della piccola chiesa dell’Ammiraglio Giorgio d’Antiochia si narra un aneddoto curioso: nel giugno 1537 Carlo V visitò il giardino del monastero, ricco di alberi di aranci di cui le “nobili signore” andavano fiere, ma che, visto il periodo, erano sprovvisti di frutta. Pertanto le monache, per dare l’idea di un giardino curato, realizzarono con la pasta di mandorle, “succose” arance e frutta di varia stagione, che colorata e appesa agli alberi del chiostro del loro monastero dava al giardino un effetto più vistoso e bello.

L’elaborazione di dolci e prelibatezze erano un’altra tradizione attribuita alle suore che si trovavano nel convento di santa Caterina, immenso trionfo dell’arte barocca. a Chiesa è annessa ad un vasto monastero domenicano, la cui fondazione si fa risalire al 1310. Tra stupende decorazioni marmoree, che invadono letteralmente ogni angolo, troviamo sulla volta un affresco opera di Filippo Randazzo che rappresenta la “Gloria di Santa Caterina“ , mentre gli affreschi della cupola con il "trionfo dell'Ordine domenicano" e nelle vele con "l'Allegoria dei Quattro Continenti", sono opera di Vito d’Anna.

Inoltrandoci, tra i vicoli, raggiungeremo Piazzetta Sette Fate, adiacente a piazza Santa Chiara, possiamo vedere, in uno slargo in mezzo ai palazzi, una torre d’acqua. In questo punto la storia si accosta alla leggenda, infatti il Pitrè ci fa sapere che ogni notte apparissero sette splendide fate, rapissero per alcune ore i passanti portandoli in luoghi fantastici, all'alba, dopo aver danzato e cantato, le fate riportavano i mortali nel cortile e magicamente sparivano.

Un racconto lungo, almeno, nove secoli che ci condurrà sul piano del Palazzo Reale.

Il Palazzo Reale o dei Normanni è la sede dell'Assemblea regionale, è la più antica residenza reale d'Europa. Sorge sopra la prima punica, le cui tracce sono ancora visibili nel seminterrato. Nei secoli, proseguiranno le opere di trasformazione del Palazzo che, articolandosi attraverso un sistema di torri (Pisana, Ioaria, Chirimbi, Greca) tra loro collegate da camminamenti, presenta numerosi ambienti necessari ad ospitare una corte cosmopolita. Nel Piano del palazzo si trova la barocca macchina scultorea dedicata a Filippo IV, scenografica piazza nella quale si sono svolte alcuni eventi importanti della città.

 

L’arte araba a Palermo

Domenica 1 ottobre  ore 17

 

Percorso: Cattedrale, Chiesa di Santa Cristina La Vetere, Camera delle meraviglie. Punto di raduno: Cattedrale

Quota individuale: 20,00 euro (comprende: ingressi ai monumenti, auricolari, guida turistica locale e operatori culturali,  degustazione gelati).

 

Attraverso questa passeggiata sarà mostrata l’abilità delle maestranze arabe e la forte interculturalità nella città, i mutamenti urbanistici, laddove il fiume Kemonia stravolgeva strade e vicoli ed, infine racconteremo la struttura difensiva della città attraverso la visita al piccolo tempio normanno di Santa Cristina la Vetere. Inizieremo dalla Cattedrale di Palermo, sito, che in realtà mostra i sincretismi di una città colma di eccellenze artistiche, dove riposano il beato padre Puglisi e le sante patrone della città e dove la meridiana narra un tempo perduto. La successiva tappa è il piccolo tempio normanno della Chiesa di Santa Cristina la Vetere, in via dei pellegrini, un’itineraria peregrenirorum, semplice struttura sorta probabilmente come torre mai terminata, che racconta la storia dell’arrivo delle reliquie della Santa a Palermo Il percorso termina nella Camera blu, un luogo di meditazione, di impatto fortemente emotivo e spirituale. Difatti, il blu avvolge l'astante, le sue dimensioni, la bellezza delle volute calligrafiche, che hanno affascinato diversi critici, tra cui anche Vittorio Sgarbi, rendono la stanza unica al mondo.