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Dal 14 Dicembre e sino al primo di Febbraio, a Palazzo Abatellis, nel capoluogo siciliano, esposte in una emozionante mostra diciassette opere di provenienza estera, oltre che italiana, dell’Antonello da Messina. 13 euro  per visitarla dal martedì alla domenica dalle 9 alle 19. Riflette e commenta così il critico d’arte Paolo Battaglia La Terra Borgese: in Italia, paese dell’arte, il rinnovamento della pittura inizia qualche decennio dopo la rinascita della scultura, ma bisogna precisare che la sua evoluzione si manifesta subito più varia, poiché in questa, molto più che nella scultura, si sono fatte sentire le influenze e le tendenze regionali: così che in Veneto l’arte del Quattrocento si polarizza soprattutto intorno a due centri, a Padova e a Venezia. Ma è a Venezia che il rinnovamento si manifesta per opera di Antonello da Messina (e di Giovanni Bellini). Anche nel periodo spagnolo si ebbero perciò grandi figure di Siciliani e nella pittura spicca senza dubbio il nome di Antonio di Giovanni de Antonio, detto Antonello da Messina, soprannome di fama mondiale, fondatore a Venezia della celebre scuola dei coloristi veneziani. A lui, un famoso storico dell’arte del Cinquecento, il Vasari, attribuisce il merito di avere introdotto in Italia la pittura a olio, preme dire che ciò non è esatto, tuttavia Antonello contribuì moltissimo a diffonderla. La sua più grande fama è quella di ritrattista: col suo impressionante realismo volto a cogliere nella linea somatica e nel colore di un volto il segreto di un’anima, Antonello rappresenta una delle più potenti personalità pittoriche del Quattrocento e di tutti i tempi. I suoi quadri si trovano oggi nelle più importanti gallerie d’arte del mondo.