Se vi trovate a passare da Lercara Friddi, un paesino della provincia di Palermo, entrate in pasticceria e chiedete una Pantofola. No, non si tratta di uno scherzo: la Pantofola di Lercara Friddi, chiamata anche Pastizzotto, è un dolce siciliano buonissimo. Si prepara in occasione delle feste invernali ed ha una storia super, tutta da scoprire
La Pantofola nasce da una ricetta semplice e genuina: bastano farina, zucchero, mandorle, uova, zuccata e cioccolato. Viene solitamente ricoperta da una glassa a base di albumi, zucchero e succo di limone. Questa è la versione dei tempi moderni.
Per quanto riguarda la sua origine, è probabile che sia stato inventato nei conventi, quindi passato alla tradizione casalinga, quando le abili cuoche siciliane si riunivano nel periodo natalizio. Anche in questo caso, infatti, la tradizione è di cucinarlo insieme: una condivisione dolcissima.
Nato come dolce di dicembre e del Natale, ha conquistato tutti con la sua bontà: è per questo che, ormai, si trova un po’ in tutti i periodi dell’anno. Come accade per le ricette tradizionali, ogni famiglia custodisce gelosamente la propria ricetta, apportando le modifiche che ritiene opportune.
Il suo nome antico era proprio Pastizzotto. Divenne la Pantofola di Lercara Friddi quando il pasticciere lercarese Luigi Milazzo lo sentì chiamare in questo modo da una nobildonna palermitana. A confermare la sua origine come dolce delle monache siciliane, il fatto che lo potete trovare anche nella pasticceria del Monastero di Santa Caterina, a Palermo.
La Pantofola dolce ha una forma ovale ed è lunga circa 8 centimetri. L’esterno croccante racciude ‘u chinu, cioè un ripieno con mandorle tritate, frutta candita e scaglie di cioccolato fondente. Pensate che, un tempo, i viaggiatori che da Palermo si recavano ad Agrigento, proprio non povetano fare a meno di portare in dono una Pantofola a parenti ed amici. Siamo certi che vi sia venuta fame: come preparare il Pastizzotto di Lercara.
Ingredienti
Procedimento
Buon appetito!