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La Sicilia è una terra dalla morfologia molto ricca e variabile. Si va dalle spiagge alle saline, dalla macchia mediterranea, a veri e propri tratti boschivi. E poi colline, montagne, coste alte e frastagliate, rocce, grotte e sabbia finissima. È forse per via di questa ricchezza incredibile, che molte delle aree boschive di Sicilia, ricadono sotto la protezione degli enti provinciali o regionali.
Vediamone alcuni della Sicilia nord-orientale.

Il Parco di Nebrodi si estende tra le provincie di Catania, Enna e Messina. Più di 88.000 ettari istituiti nel 1993 che racchiudono le più importanti ed estese formazioni boschive della Sicilia. I monti che danno nome al parco, sono parte del cosiddetto appennino siculo, e contribuiscono alla creazione di un ecosistema naturale, unico e notevole.
Le vette altissime, che sono in grado di superare i 1.800 metri con Monte Soro, hanno dato vita ad aree verdi uniche nel suo genere. L’area di riserva integrale, comprende infatti sistemi boschivi con le specie endemiche più importanti; è qui che si trovano infatti le uniche stazioni siciliane di tasso, ma vi sono anche vaste faggete, interrotte qua e là da cerri. Nella faggeta, spesso itinerario di lunghe camminate da parte degli amatori, è possibile incontrare formazioni rocciose e lacustri di grande importanza e interesse: come l’invaso artificiale di Maullazzo o il lago Biviere.
Scendendo a 600-800 metri sul livello del mare, si viene accolti dalle sughere, mentre più in giù, verso il litorale, superate le aree dedicate al pascolo, si apre la macchia mediterranea caratterizzata da mirti, biancospini e lecci. Elementi peculiari di questa zona sono l’acero montano, la Genista aristata e la Quercus congesta, un tipo di roverella. Molto da apprezzare anche sul versante della fauna. Un tempo regno di daini e cervi (da cui il nome del parco, ‘nebros’, in greco), oggi il 65% è caratterizzato da uccelli nidificatori e mammiferi, tra cui ricordiamo il suino nero dei Nebrodi, e un’eccezionale numero di invertebrati. Da poco, nel parco è stato attuato un progetto di ampliamento della colonia dei Grifoni: ora sono circa 100 gli esemplari presenti nelle Rocche del Crasto.

Sempre tra Catania e Messina, si estendono circa 50 km dell’unico parco fluviale della Sicilia, quello dell’Alcantara. Una valle a macchia mediterranea interrotta da noccioli, agrumeti, vigneti e boschetti di quercia, alternati ad eventi geologici unici e inconsueti, che sembrano aver determinato la struttura degli attuali basalti. Costruzioni di roccia, vere e proprie sculture naturali, forse create dalle colate di magma delle numerose eruzioni vulcaniche che caratterizzarono l’epoca antica, raggiungono un apoteosi paesaggistica di rara bellezza in contrada Larderia, nel Comune di Motta Camastra. Due gli itinerari principali: quello che costeggia le rive del fiume che dà il nome al parco, e quello per i sentieri dei Monti Peloritani. In ogni caso la flora, ma soprattutto l’avifauna, meritano una visita. Sono circa 200 le specie di quest’area, tra cui menzioniamo i rapaci, come il falco pellegrino, il martin pescatore e il corvo imperiale. Sono presenti inoltre altri animali, mammiferi come l’istrice e il ghiro, ma anche anfibi, rettili e pesci d’acqua dolce come l’anguilla, il ghiozzo e la trota iridea.

Nel 1987 venne istituito il primo dei parchi siciliani, quello dell’Etna. Un percorso in un ambiente unico, quasi irreale, assolutamente da visitare. Un’area che non comprende però solo le spettacolarità di lava e lapilli del vulcano, ma anche significativi esemplari di vegetazione, che compongono la ricca varietà agricola della zona e dell’Isola tutta; stiamo parlando della ciliegia rossa dell’Etna e dei vigneti di Nerello, in particolare. A 200 mt, è possibile trovare avamposti di pino loricato, castagno, ulivo e ginestra dell’Etna, mentre è soltanto più su che incontriamo boschi di saponara, camomilla e caglio dell’Etna.
Necessaria una visita alla Grotta del Gelo: una grotta di scorrimento lavico che presenta una temperatura che anche nei mesi estivi non supera i -6 °C, causando formazioni di ghiaccio perenne al suo interno.

All’interno del solo territorio di Messina, troviamo il Bosco di Malabotta, unico per integrità e valore ecologico. Il Bosco di Malabotta è il bosco per eccellenza. Quest’area protetta è costituita da conglomerati di rocce calcaree, come quelli che costituiscono Pizzo Castelluzzo, Serra Castagna, Pizzo Daniele e Pizzo Galera. Eccezionale per l’accentuata diversità ambientale, soprattutto in relazione alla sua estensione in altitudine, questo parco comprende diversi habitat naturali, tra cui il bosco, la prateria, gli ambienti umidi e quelli rupestri.

L’ultima riserva ambientale che andiamo a considerare in questa zona, è quella di Monte Altesina, nella provincia di Enna: perfetta per una passeggiata domenicale. 744 ettari presso la vetta più alta degli Erei, in cui è possibile visualizzare il relitto di una lecceta. Posta in un’area strategica, crocevia della Sicilia centrale, in questa riserva sono state rinvenute tracce di passati insediamenti, i cui reperti storici sono conservati al museo di Palazzo Varisano di Enna.

Autore | Enrica Bartalotta

Credit Immagine • Targa Parco dei Nebrodi – Lago Maulazzo (Me) – Riccardo