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(Nella foto la Cattedrale di Agrigento)

La Regione, Dipartimento Beni Culturali e Identità siciliane ha approvato un documento che rende onore ai beni immateriali da inserire nel registro delle eredità immateriali siciliane.

Nell’ultima Gazzetta (clicca qui per visionare il documento ufficiale)  si evince l’impegno degli enti nella valorizzazione delle tradizioni gastronomiche e culturali delle piccole realtà isolane, che nel tempo, hanno etichettato la Sicilia, come luogo della preservazione di saperi e della cultura che vanno oltre la materialità.

I termini utilizzati per preservare le eredità immateriali siciliane sono le “Celebrazioni” che vedono ad esempio la provincia di Agrigento al primo posto con la Festa di San Calogero, la Pace di Caltabellotta continuando con gli Archi di Pasqua a San Biagio Platani.

Nel registro delle eredità immateriali della Sicilia, è stata predisposta anche un’altra voce: i “Saperi” dove a spiccare per l’elevato riconoscimento è la zona mineraria centro – meridionale della Sicilia, con le zolfare di Comitini e di Racalmuto non tralasciando tutta la cucina tradizionale siciliana locale.

A proposito della cucina tradizionale locale, spicca l’interesse per alcuni prodotti che hanno reso la Sicilia conosciuta in molte parti del mondo, grazie al Tagano prodotto ad Aragona, i dolci di mandorla sempre nell’Agrigentino e la Frascatula di Santa Elisabetta.

In questo articolo ci siamo soffermati sui trratti peculiari della provincia di Agrigento, ma nel documento ufficiale, tutte le particolarità delle provincie della Sicilia, sono state accuratamente inserite. Non mancano neanche le curiosità sulla Sicilia, tema centrale di molte realtà siciliane. 

(Articolo tratto da SiciliaOnPress)