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Gli ultimissimi studi scientifici su prodotti che sarebbero in grado di ridurre il danno di contrarre malattie legate al fumo sono stati presentati alla comunità scientifica internazionale, riunita a New Orleans, negli Stati Uniti, in occasione della 55esima edizione del meeting annuale della Society of Toxicology, il più importante consesso sulla tossicologia.

Il progetto è stato illustrato dal professor Manuel Peitsch, capo di una equipe di lavoro composta da oltre 400 scienziati di comprovata esperienza in varie discipline scientifiche, i quali hanno lavorato per oltre 10 anni nei centri di Ricerca & Sviluppo a Neuchatel (Svizzera) e Singapore di Philip Morris International. Un investimento da oltre 2 miliardi di dollari con l’obiettivo di sviluppare "Prodotti a potenziale Rischio Ridotto" che abbattano i componenti nocivi, o potenzialmente nocivi, mantenendo inalterata la soddisfazione del fumatore adulto e avvicinandosi il più possibile al gusto e alle caratteristiche tipiche delle sigarette.

Secondo gli studi, la causa principale delle malattie legate al fumo è la combustione. Eliminandola si arriverebbe a una riduzione del 90% della formazione di sostanze dannose o potenzialmente dannose rispetto al fumo di una sigaretta. "L’obiettivo di questa ricerca è stato confrontare in laboratorio gli effetti tra il fumo di sigaretta e la cessazione o la sostituzione della sigaretta stessa con il tabacco riscaldato. Questi studi forniscono ulteriori, incoraggianti elementi sul potenziale di ridurre il danno di contrarre malattie legate al fumo", afferma il professor Peitsch

Gli scienziati di Philip Morris International stanno lavorando a una tecnologia denominata "heat not burn": la "sigaretta del futuro", che da qualche settimana è entrata in commercio in tutta Italia, è composta da un "riscaldatore", chiamato iQOS, che ospita al suo interno una cartuccia di tabacco (heatstick). Quest’ultima viene riscaldata attraverso una lamina in platino e ceramica che mantiene la temperatura sotto il punto di pirolisi.

L’obiettivo di lungo termine del team scientifico guidato dallo scienziato ex Novartis è ambizioso: "Oltre un miliardo di persone tra i 20 e i 25 anni oggi fuma. La nostra aspirazione è offrire un’alternativa attraverso un prodotto in grado di ridurre i rischi per la loro salute. Si tratta di una sfida enorme che non può prescindere dal completamento e dalla validazione di tutte le ricerche in corso, in stretta collaborazione con le istituzioni governative e sanitarie mondiali con cui ci stiamo già confrontando con profitto".