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Pino Maniaci non potrà tornare a Palermo e a Trapani. Il gip Fernando Sestito ha infatti rigettato le richieste avanzate dai difensori del giornalista, Bartolomeo Parrino e Antonio Ingroia. Per il giudice, l’interrogatorio sostenuto dal direttore di Telejato venerdì scorso non ha portato nuovi elementi necessari. I legali annunciano che faranno ricorso portando ai giudici anche la documentazione a supporto di quanto riferito da Maniaci durante l’interrogatorio. Secondo i difensori non sussistono elementi di reità.

Pino Maniaci è accusato di aver estorto al sindaco di Partinico Salvatore Lo Biundo anche un’assunzione per la sua amante. Il riferimento è a un contratto di solidarietà al Comune per tre mesi: “Alla scadenza, non poteva essere rinnovato – ha ammesso il sindaco interrogato dai carabinieri – ma Maniaci diceva che dovevamo farla lavorare a tutti i costi e allora io e alcuni assessori ci siamo autotassati per pagarla”. Per Maniaci i sostituti Amelia Luise, Francesco Del Bene, Annamaria Picozzi e Roberto Tartaglia avevano chiesto il divieto di dimora nelle province di Palermo e Trapani.

Per il giudice non sono emersi dall’interrogatorio di Maniaci elementi nuovi tali da “incidere, allo stato delle attuali acquisizioni investigative, sulla sostanza del quadro di gravità indiziaria”. I legali del direttore di Telejato chiedevano di sostituire il divieto di dimora nelle province di Palermo e Trapani con il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalle persone offese, “eventualmente anche con l’obbligo di dimora a Partinico”. Per il giudice, invece, rimane la necessità di interrompere il circuito relazionale che è il presupposto delle condotte contestate.

Nel frattempo in Sicilia si dibatte ancora sulla difesa dello stesso Pino Maniaci in conferenza stampa, nonché sulle parole di Pif.