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La Festa dei Lavoratori in Sicilia.

  • Portella della Ginestra, luogo della memoria siciliana.
  • Qui, il primo maggio del 1947, ebbe luogo una tragica vicenda.
  • Ecco perché, ancora oggi, è un simbolo.

In occasione della Festa del Lavatori, che cade ogni anno il primo maggio, la memoria storica della Sicilia ricorda un avvenimento datato 1947 , in località Portella della Ginestra. In un ampio spazio a metà strada fra Piana degli Albanesi e San Giuseppe Jato (Palermo), diverse raffiche di arma da fuoco si abbatterono su centinaia di persone, radunate per celebrare proprio la Festa dei Lavoratori. Morirono 11 persone, fra cui donne e bambini. Da subito l’accaduto si associò a Salvatore Giuliano e la sua banda. Molto si è detto e molto si deve ancora dire su quanto accaduto. La tesi più accreditata è quella di una strage commissionata da esponenti della grande proprietà terriera, della mafia e dei partiti conservatori locali, per intimidire la popolazione contadina che reclamava la terra e aveva votato per il Blocco del Popolo nelle elezioni del 1947. Conosciamo da vicino questo luogo e quello che fino a oggi, sappiamo in merito.

Cosa accadde a Portella della Ginestra

Numerosi lavoratori della zona di Piana degli Albanesi, e altri da San Giuseppe Jato e San Cipirello, molti dei quali agricoltori, si erano riuniti a Portella della Ginestra. La località montana del comune di Piana degli Albanesi sorge nella vallata circoscritta dai monti Kumeta e Maja e Pelavet, a pochi km da Palermo. I partecipanti volevano manifestare contro il latifondismo a favore dell’occupazione delle terre incolte e anche festeggiare la recente vittoria del Blocco del Popolo. Ancora oggi, nonostante i numerosi processi, sussistono diverse ipotesi in merito ai nomi dei mandanti.

Il ricordo del 1 maggio in Sicilia

Queste sono le undici vittime, così come riportate dalla pietra incisa posta a Portella della Ginestra: Margherita Clesceri (37 anni); Giorgio Cusenza (42 anni); Giovanni Megna (18 anni); Francesco Vicari (22 anni); Vito Allotta (19 anni); Serafino Lascari (14 anni); Filippo Di Salvo (48 anni); Giuseppe Di Maggio (12 anni); Castrense Intravaia (29 anni); Giovanni Grifò (12 anni); Vincenzina La Fata (8 anni). Rimasero gravemente ferite 27 persone. Alcuni di questi feriti morirono in seguito alle ferite riportate. Oggi sul luogo della strage sorge un memoriale. un’opera di land art di gusto minimalista, firmata da Ettore de Conciliis. Alcuni grandi massi, quasi dei menhir, simboleggiano i corpi dei caduti. Un muro a secco che taglia trasversalmente lo spazio riproduce la traiettoria degli spari. Su uno dei massi sono incisi i nomi delle vittime e su un altro i versi del poeta dialettale Ignazio Buttitta. Foto: Davide Mauro – Opera propria, CC BY-SA 4.0.

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