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Pregnant bellyIl preservativo si rompe e lei rimane incinta; ma non di un figlio e neanche di due bensì di tre gemelli. È successo a una 40enne di Pescara che era già mamma di tre figli.

Non ha abortito la donna che a Pescara si è ritrovata con tre figli in più, ma ha fatto causa all’azienda che le ha rifilato il preservativo difettoso, la Condom. E ha vinto. Il risarcimento? 500 mila euro, che per una nuova nidiata non prevista non è cosa da poco.
La donna, una 40enne di Pescara, si è recentemente ritrovata senza lavoro ed era già mamma di tre figli, ecco quindi la decisione, presa insieme al coniuge, di rinunciare alla procreazione, facendo seguito all’uso di uno dei contraccettivi tra i più sicuri.

Ma la donna non poteva sapere che quel preservativo difettoso l’avrebbe fatta diventare mamma di nuovo: non una, non due bensì tre volte in un colpo solo. Un onore gravoso, quello di crescere tre gemelli, a cui la donna non ha voluto rinunciare per motivi religiosi.
A proposito di nascite, un’altra incredibile notizia riguarda invece la città di Varese. Una 40enne già mamma, ancora alle prese con le poppate, non sapeva infatti di essere incinta.

E così, come il noto programma in onda su Real Time, che illustra le storie surreali di giovani donne che non sono coscienti di stare portando avanti una gravidanza, Emma si è recata al Pronto Soccorso di Circolo, lamentando forti mal di pancia. Ma quel mal di pancia era dovuto a un nuovo arrivato, il piccolo Gabriele, che proprio non ne voleva sapere di rimanere in utero.

Due vicende d’amore e gioia, che vanno a coronare i recenti dati messi a disposizione dal Ministero della Salute, e inviati proprio il mese scorso al Parlamento. La relazione, realizzata nell’ambito dell’attuazione della legge 194, dimostra un chiaro calo negli aborti nazionali, una percentuale che si aggira intorno al 4%; nel 2012 le interruzioni volontarie di gravidanza nella Penisola erano 107.192, nel 2013 sono scese a 102.644, con buona pace del Papa e degli obbiettori di coscienza.

Un calo che sarebbe da attribuirsi specialmente ad una maggior informazione, nonché anche ad un aumentato utilizzo degli strumenti contraccettivi messi a disposizione sul mercato.
Il resoconto del Ministero arriva all’indomani dell’annuncio di una speciale terapia farmacologica messa appunto dall’Azienda Ospedaliera senese e dalla Clinica Mangiagalli di Milano, in cui è presente uno dei reparti di ostetricia e ginecologia più conosciuti e più antichi del territorio nazionale.

Il farmaco, a base di progestinici, è stato somministrato a 120 donne volontarie con l’obiettivo di combattere l’endometriosi, una patologia del rivestimento interno dell’utero che è causa di dolore, malesseri e di diverse condizioni invalidanti per la donna. Ancora complessa e dibattuta è la questione relativa alle motivazioni che collegano endometriosi e infertilità; un collegamento che, in ogni caso, sembrerebbe inequivocabile, anche negli stadi meno gravi della malattia.

Stesso discorso per alcuni tipi di carcinoma ovarico; uno studio del “The Lancet Oncology”, basato su ben 13 ricerche distinte, ha stabilito che l’endometriosi è in grado di aumentare il rischio, per le donne che ne abbiano sofferto, di contrarre alcuni tipi specifici di carcinoma ovarico, seppur questo rischio sembri aumentare solo in forma modesta.

La terapia messa appunto dai ricercatori di Siena e di Milano, è ancora poco conosciuta, ma ha già consentito al 70% delle donne trattate, e dopo soli tre mesi dall’inizio della cura, un ritorno ad una vita serena e normale; una speranza per gli oltre 3 milioni di pazienti di sesso femminile che soffrono di questa patologia.

Autore | Enrica Bartalotta