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Presto potrebbe bastare una goccia di sangue per diagnosticare il cancro. È il rassicurante scenario che emerge da uno studio effettuato dall’Università Vrije di Amsterdam, dove è stata sondata una tecnica che permette un rilievo della neoplasia con una percentuale di successo pari al 96%. 

Questo balzo in avanti della ricerca potrebbe permettere di identificare la malattia fino a due anni prima che divenga visibile in una tac. Entro dicembre verrà completato il test su 4.000 volontari, mentre fra 1-2 anni si potranno avere i risultati validi sull'efficacia. 

"Siamo ancora in una fase sperimentale – ha spiegato il coordinatore dello studio Tom Würdinger – ma potremo metterlo a punto e renderlo disponibile in 5 anni. È importante identificare la malattia in fase iniziale. Questa tecnica potrà salvare molte vite". 

L'aspetto che interessa di più i ricercatori, al di là delle possibilità di diagnosi precoce, è infatti quella di definire delle strategie capaci di ridurre drasticamente la mortalità, attraverso una prevenzione mirata, sulla base del singolo profilo di rischio individuale e attraverso una terapia ad hoc: la diagnosi preventiva sarà utile soltanto nella misura in cui ridurrà la mortalità tra i pazienti. 

"In pratica – afferma Ugo Pastorino, direttore della Struttura complessa di Chirurgia toracica dell'Istituto nazionale tumori di Milano – andiamo a dosare nel sangue dei meccanismi, dei regolatori di crescita, che non sono solo attivi sulle cellule tumorali ma anche sulle cellule sane dell'organismo che però collaborano con il tumore; andiamo quindi a spegnere tutti quei meccanismi che servono al tumore per crescere, riattivando i meccanismi di difesa".


Fonte: Repubblica