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01Palermo (di Silvio D’Auria) – La segreteria vaticana compone il numero e ai genitori Mulone, di Aragona (Ag), arriva la telefonata del Papa. Non è uno scherzo, è tutto vero.

Squilla il telefono a casa Mulone, è successo ieri nel pomeriggio. Dall’altra parte della cornetta c’è un funzionario della Santa Sede che annuncia Bergoglio. Pochi istanti dopo un’altra voce: “Pronto? Sono Papa Franceso”.

Tutto vero. E’ il Pontefice in persona che chiede di parlare con il Carabiniere Rosario Mulone, padre di Laura e Carmelo, di 7 e 9 anni, morti il 27 settembre scorso dopo l’improvvisa esplosione di uno dei “vulcanelli” che li ha sepolti per alcune ore sotto il fango della Riserva delle “Macalube”, a pochi chilometri da Agrigento.

Rosario Mulone crede sia una scherzo ma subito dopo riesce a riconoscere la voce del Pontefice, tra emozione e comprensibile incredulità. Il Papa ha voluto parlare pure con la moglie, Giovanna Lucchese, per esprimergli la propria vicinanza e solidarietà. Parole di incoraggiamento e di preghiera, quelle utilizzate dal Pontefice, per i due  genitori colpiti dalla tragedia per morte dei loro bimbi, durante una visita alla Riserva di Aragona gestita da “Legambiente”.

Nella conversazione, durata sei minuti, il Papa prima di salutare ha promesso ai coniugi Mulone, che saranno  contattati dalla segreteria del Vaticano e invitati in udienza privata per un incontro che dovrebbe essere formalizzato dai funzionari della Santa Sede prima della fine dell’anno. (scritto da Silvio D’Auria)