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Quattro marocchini residenti in provincia di Bologna espulsi per terrorismo. Nelle loro abitazioni erano stati trovati documenti e filmati che inneggiavano alla jihad, ma anche manuali che spiegavano come scatenare la guerriglia in città o come confezionare esplosivi. Uno dei quattro era ritenuto elemento guida religioso. Nell’inchiesta c’era anche un quinto indagato, che nel frattempo risulta già partito per l’Iraq per combattere.

Come si apprende dal Corriere della Sera, la Digos sta eseguendo il provvedimento firmato dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, il quale ha ritenuto sussistente il pericolo per la sicurezza visti i presunti legami che avevano con il terrorismo. Si tratta delle prime espulsioni dopo gli attentati di Parigi. "Ho firmato questo decreto per motivi di sicurezza dello Stato – spiega Alfano – Si tratta infatti di quattro soggetti che, a vario titolo, hanno aderito e si impegnavano per la diffusione dell’estremismo violento".

Spiega ancora il titolare del Viminale: "Uno era l’informatico del gruppo, che diramava online pratiche religiose e proclami ideologici di orientamento jihadista, canti celebrativi di atti di martirio, manuali sulle tecniche di combattimento e per la realizzazione di attentati. Un altro navigava sul web alla ricerca di contenuti inneggianti all’odio verso l’Occidente e celebrativi della violenza quale strumento di affermazione dell’Islam. Un altro ancora manifestava la sua adesione all’ideologia più radicale concorrendo alla diffusione di contenuti funzionali alla formazione operativa degli altri sodali. E infine l’ultimo era strettamente legato al primo, l’informatico, con il quale condivideva la visione estremista dell’Islam".