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ph. Dodo Veneziano
Come per le promesse da marinai, anche i racconti da marinai bisogna accettarli col beneficio dell’inventario…
Infatti i marinai spesso indulgono a spaziare con la loro fantasia nei grandi orizzonti del mare in cui vivono, e farsi  trasportare dalla sua volubilità .
In ogni caso, credibili o incredibili. i loro racconti sono sempre interessanti e coinvolgenti.
 
Nonno Nino era stato marinaio, nato da una famiglia di marinai, era stato poi in Marina ed aveva girato il mondo “via mare”, inoltre, aveva la virtù innata di saper raccontare, quindi nessuna meraviglia se  le sue storie ci abbiano sempre  affascinato a prescindere dalla loro credibilità
 
Ricordo storie di tempeste, isole sconosciute, avventure, premi, punizioni, incontri con personaggi particolari…
 
Più di una volta per esempio ci ha raccontato , con una malcelata emozione, di quando la regina Margherita, durante una visita sulla nave, gli aveva aggiustato il colletto della divisa regalandogli un luminoso sorriso…”E tu che le hai detto?” chiedevamo a questo punto, e lui: ”niente, ero sull’attenti, non potevo parlare” e sorrideva con gli occhi lucidi ricordando l’episodio…
 
Le storie più gettonate comunque erano quelle strane, rischiose o misteriose, eccone una sulla cui autenticità ho sempre nutrito parecchie perplessità:  era una bellissima giornata, in mare aperto, poco distante dalla nave un grande scoglio, quasi   un isolotto. Un gruppo di  marinai decidono di approdarvi per arrostire del pesce . Buttano le ancore e raggiungono l’isolotto portando con sé il pesce e della legna da ardere , infilzano il pesce in lunghi spiedi per poterlo girare e rigirare più facilmente ed accendono il fuoco…ad un tratto, quando le fiamme cominciano a scoppiettare, sentono un fremito sotto i loro piedi,…un terremoto? ….si guardano allarmati ma non hanno il tempo di formulare alcuna ipotesi  e si ritrovano letteralmente proiettati in aria mentre un’enorme coda emerge dall’acqua trasformando l’isolotto in un gigantesco pesce , un capodoglio, che, infastidito dal fuoco , decide di immergersi e allontanarsi a grande velocità, per loro fortuna, in direzione opposta alla nave…così tutto si era concluso con un bello spavento ed una nuova storia da poter raccontare…
 
Ma la storia più impressionante del suo repertorio era senza dubbio questa: una sera mentre stavano avvicinandosi alle coste della Sicilia, avevano notato all’orizzonte la presenza di una grande isola nera che nessuno ricordava di avere mai vista prima…il capitano aveva controllato la gli strumenti per assicurarsi che fossero sulla giusta rotta, poi aveva controllato le carte nautiche… ma non c’era nulla che indicasse la presenza di una terra in quella posizione… così aveva deciso di lasciare passare la notte e, la mattina dopo, esaminare meglio la situazione e comunicare con la capitaneria.
Durante la notte, una notte nera e senza stelle, si erano sentiti lontani brontolii come di tuono  e strani gorgoglii, ma quando, alle prime luci dell’alba, l’equipaggio, si era ritrovato sul ponte munito di binocoli e cannocchiali, aveva avuto la sgradita sorpresa di non trovare più traccia dell’isola  vista distintamente da tutti sera prima…
Allucinazione collettiva? Storia da marinai? Storia realmente vissuta dal nonno e dai suoi colleghi?In realtà molte fonti parlano di un’”Isola Ferdinandea” emersa non lontano dalle coste siciliane e poi scomparsa poco tempo dopo. 
Anche Camilleri racconta una cosa simile in un suo romanzo di cui mi sfugge il titolo …
Il nonno aveva realmente avuto la fortuna di assistere personalmente a quello straordinario evento ? o, da bravo marinaio, aveva  solo “adottato” quella storia?…Non lo sapremo mai.
 
 
Ph. Dodo Veneziano