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PALERMO – Rapinato e ferito con una pistola. Da quel giorno per Mariano Ferro la vita "non è più la stessa, ho subito danni fisici e psichici irreparabili". In lacrime, l'imprenditore ed ex carabiniere gravemente ferito il 6 ottobre 2014 durante una rapina a Palermo, ha raccontato ai giudici del Tribunale quello che successe la sera dell'agguato.

Nel processo sono imputati di tentato omicidio e rapina Alessandro Bertolino, Antonio Randazzo e il tunisino Anes Boukadida. Per la stessa vicenda è stato condannato in abbreviato a 12 anni e 8 mesi Alessandro La Targia. Racconta ancora Mariano Ferro: 

"Quella sera ero in un locale di via Cavour e stavo vincendo circa 7 mila euro alle slot machine. Dietro di me c'erano persone che guardavano, un po' a distanza. Ho continuato a vincere fino all'1.30, poi ho perso tutto e me ne sono andato. Sono entrato in macchina e poco dopo è arrivato il rapinatore. Si è avvicinato, mi ha detto 'dammi il marsupio' e mi ha sparato. Non mi ha dato nemmeno il tempo di pensare. Avevo la canna davanti la faccia. Mi ha colpito all'omero e poi due volte allo stomaco. Mi ha sfilato il borsello ed è fuggito".

A causa delle ferite a Ferro sono stati tolti la milza, la colecisti e mezzo metro di intestino. "Adesso ho problemi ai polmoni, non sento più tre dita – ha concluso – La mia vita non è più la stessa".