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01Anche la Regione Siciliana fa fatica ad arrivare a fine mese, una delle più importanti istituzioni dell’Isola più grande d’Italia, funziona esattamente come una famiglia.

Chiedendo prestiti e lamentandosi di ciò che non va, sapendo che qualcosa ci sarà da fare, che a qualcosa bisognerà pur rinunciare, la Regione Sicilia va avanti sperando in una cura. La malattia? L’ingordigia di alcuni suoi funzionari e il portafoglio, ora vuoto.

Le cose cambiano ma i problemi restano, e mentre Rosario Crocetta, Presidente dell’Istituzione, cerca di far fuori quanti più funzionari pubblici possibili, dall’altra parte si cerca di tappare il buco che causa il flussi migratori verso Nord, finanziando progetti per giovani lavoratori, con l’aiuto dell’Europa.

Ma basterà?
Anche Palazzo Chigi si è mobilitato per risolvere la situazione siciliana: «è necessaria una task force sui conti della Regione», ha tuonato Graziano Delrio, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, dopo un incontro avuto proprio qualche giorno fa, a Palazzo d’Orleans, con il governatore della Regione Sicilia.

Si parla di 2-3 miliardi: queste le coperture necessarie che lo Stato italiano passerà alla Regione per far fronte alle spese; e ovviamente saranno previsti tagli, razionalizzazioni e ottimizzazioni, proprio come un malato al quale bisognerà amputare un arto.

Stop ai privilegi dunque, per ridurre l’indebitamento, questo è ciò che afferma risoluto Rosario Crocetta, dopo il sì del Governo italiano ad un massiccio intervento entro le casse delle Regione. Un intervento che frutta a tutte le parti chiamate in causa: aiutare la Sicilia significa aiutare l’Italia, e fare tutto in tempo per la fine dell’anno significa non giungere tardi agli ‘esami’ di Bruxelles.

Insomma la campanella suona ed è ora di arrivare davanti alla maestra; è l’ora della verità, e se l’Italia non vuole essere bacchettata sulle orecchie, deve aiutare chi è in difficoltà.
Nei prossimi 15 mesi, la Sicilia avrà a disposizione 15 nuovi miliardi, freschi freschi d’eau d’UE: usarli al meglio significa far ripartire l’economia, in tutto il Paese.

Il governatore dunque non cede. Dopo l’abbandono del PD nel settembre scorso, le inchieste sulle super-spese e il reimpasto con assegnazione delle poltrone ‘ai fedeli’, richiesto dal partito in gennaio, ieri è avvenuta la ricongiunzione. E come il figliol prodigo così Crocetta torna all’ovile parlando di integrazione e leggera ripresa.

Messi gli slogan di governo sotto ghiaccio, Crocetta dalla Leopolda annuncia: «si può lavorare e costruire qualcosa di importante insieme, partendo dal confronto di idee costruttive.» Non sappiamo cosa sia successo, ma sentire il Presidente della Regione snocciolare espressioni come ‘spirito di coesione’ e ‘confronto schietto’ di idee e programmi solleva il morale. Forse.

 

Autore | Enrica Bartalotta