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Le armi del feroce clan di Borgo Vecchio di Palermo sono state nascoste nella borgata marinara dell'Arenella, dall'altra parte della città. Giuseppe Tantillo, divenuto collaboratore di giustizia, sa il nome del misterioso armiere dei boss mafiosi. Fa "il guardiano" nella periferia della città di Palermo. "Le armi erano tutte per noi anche per il mandamento che se veniva qualcuno… le abbiamo acquistate da albanesi zingari questi che li rubavano”, ha detto Tantillo in un verbale già reso pubblico.

Il nome di questo personaggio insospettabile è uscito in un verbale del 13 maggio scorso depositato dai pubblici ministeri che stanno indagando sul mandamento di Porta Nuova. Il neo pentito Tantillo ha fatto nomi e luoghi ma i carabinieri non hanno trovato traccia dell'armeria del clan. Forse il clan ha provveduto a trovare una nuova collocazione.

Ma l'Arenella non è un luogo scelto a caso, perché tra il clan di Borgo Vecchio e quello dell'Arenella c'è un legame. A lasciarlo pensare sono i summit che Gregorio e Domenico Palazzotto e Pietro Magrì, oggi al 41 bis con l'accusa di essere dei capimafia dell'Arenella, facevano sempre in una taverna del Borgo Vecchio e non nella propria borgata marinara.

Ad infittire la questione, c'è la relazione con il clan di Porta Nuova. Il reggente Paolo Calcagno sapeva di poter contare sulla famiglia del Borgo: “Lui ci faceva sempre capire che non possedevano armi, anzi se aveva di bisogno se potevano chiedere a noi e noi gli abbiamo detto va bene”. Adesso, le armi della mafia custodite dal "guardiano" dell'Arenella sono sparite chissà dove.