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Robert Capa e l’assedio di Troina. Endre Friedman in arte Robert Capa nasce a Budapest il 22 ottobre 1913. Il suo talento per la fotografia viene scoperto casualmente nel 1931 dal direttore della Dephot, una delle agenzie fotografiche più importanti di Berlino dove il giovanissimo Endre lavorava come fattorino ed al quale inizialmente vengono affidati piccoli servizi di cronaca locale. Nel 1933 lascia la Germania a causa dell’avvento del nazismo e si trasferisce a Parigi dove conosce e si innamora di Gerda Taro, una collega fotografa. Endre e Gerda decidono di utilizzare degli pseudonimi per conferire alla loro immagine professionale un tono più internazionale e quindi procacciarsi un maggior numero di incarichi. Fu così che Endre adottò il nome Robert Capa perché assonante con quello del famoso regista americano Frank Capra. Uomo dal temperamento volitivo e coraggioso, Capa diventa fotoreporter di guerra documentando con immagini uniche e toccanti i maggiori conflitti mondiali, (la guerra civile spagnola, la guerra sino-giapponese, la prima guerra mondiale, la guerra arabo-israeliana, la prima guerra d’Indocina), spostandosi insieme alle truppe e rischiando continuamente la sua vita. Nel 1936 Capa diventa famoso in tutto il mondo per la foto di un soldato repubblicano colpito a morte a Cordova durante la guerra civile spagnola. A riguardo, per lungo tempo fu messa in dubbio la sua autenticità,  così nel 1947 Capa rilasciò un’intervista radiofonica nella quale spiegò esattamente quanto accaduto: “ Ho scattato la foto in Andalusia mentre ero in trincea con 20 soldati repubblicani, avevano in mano dei vecchi fucili e morivano ogni minuto” (…) ” ho messo la macchina fotografica sopra la testa e senza guardare ho fotografato un soldato mentre si spostava sopra la trincea, questo è tutto” (…) “ Si diceva che fosse la miglior foto che avessi mai scattato, ed io non l’avevo nemmeno inquadrata perché avevo la macchina fotografica sopra la testa”. Nel luglio del 1943 a bordo di un piccolo aereo con alcuni soldati Capa si lancia con il paracadute in Sicilia per documentare la liberazione degli alleati. Gli americani stavano combattendo aspramente e con grandi difficoltà a Troina, paesino dell’entroterra siciliano, dove italiani e tedeschi opponevano una strenua resistenza. Troina fu bombardata ripetutamente per 6 lunghissimi giorni e fu quasi completamente distrutta, un vero e proprio massacro di civili e di soldati. Fu una cruenta battaglia dove persero la vita decine tra donne, anziani e bambini. Una pagina di storia che il paese di Troina non potrà mai dimenticare. A seguito dell’enorme sacrificio umano dell’intero paese, al comune di Troina fu assegnata la medaglia d’oro al merito civile.
Capa realizzò in quelle montagne alcune delle foto che diventeranno tra le più famose della sua carriera, fra queste, quella scattata il 6 agosto del 1943 al termine della battaglia di Troina, in cui si vede un pastore con le scarpe di stracci che indica con il suo bastone la strada per Sperlinga ad un soldato americano accovacciato, pubblicata sulla rivista americana “Life”. Capa continuò a documentare la guerra sino allo sbarco in Normandia portando con se il convincimento sulla natura dei conflitti bellici: ”Un inferno che gli uomini si sono fabbricati da soli”. Il coraggioso fotoreporter morì  il 25 maggio del 1954 a soli 41 anni, su un campo di battaglia indocinese, dove accidentalmente mise il piede su una mina facendola scoppiare.

 

Foto: Troina di Graziana Smeriglio