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Lo showman siciliano ha dato ancora una volta il meglio di sé, dando il suo buongiorno ai telespettatori con la sua proverbiale ironia. Nella diretta di “Viva Rai2!” di questa mattina, venerdì 19 gennaio, ha ironizzato sul saluto romano, scegliendo un bersaglio tutto siciliano: il Presidente del Senato Ignazio La Russa.

Con il suo solito fare scherzoso Fiorello non ha perso l’occasione di commentare la notizia del giorno, la pronuncia della Cassazione, secondo cui il saluto nazifascista non è più considerato reato durante le cerimonie o commemorazioni, se il pericolo di riorganizzazione del fascismo non è concreto.

Non poteva, allora, mancare un riferimento alla notizia più commentata delle ultime ore e al politico siciliano, che in questi anni non ha mai nascosto le sue nostalgie fasciste.

La Russa ha cominciato a fare il saluto ieri sera – ha commentato divertito il conduttore siciliano – È stato ricoverato per una lussazione alla spalla. Sul referto c’è proprio scritto lussazione per saluto romano”.

Fiorello scatenato, battute anche su Meloni e Salvini

Tra musica, balli e le allegre risate di tutta la banda, Fiorello ha riservato una battuta anche alle frizioni tra la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e Matteo Salvini: “Meloni piega Salvini. Ora bisogna vedere a quanti gradi…Gradi di lavaggio!”.

E poi ha proseguito: “Sembra quasi che giochino a Monopoli. Salvini vuole la Basilicata, Meloni la scambia con le Marche e rilancia: Ti do Parco della Vittoria, basta che la smetti!”.

Lo showman ha poi rincarato la dose: “Ci sono anche tensioni tra Salvini e Zaia, che appartengono tutti e due allo schieramento della Lega a Nord e quindi… fanno a gara a chi ce l’ha più a Nord!”.

Ironia anche sul recente meeting di Forlì tra Meloni e Ursula von der Leyen: “Non tutti poi sono contenti dell’incontro tra Meloni e la Presidente della Commissione europea, tra queste due bionde… Pensate che il legame con il nostro Governo è talmente forte che il cognato di Giorgia, Francesco Lollobrigida, si è pettinato come Von der Leyen”.

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