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Immagine               ” Hai cchiù corna tu ca na cartedda di babbaluci ”.  Questa l’affermazione, senza possibilità di replica, lanciata da un povero passante nei confronti di un maleducato automobilista che sfrecciando veloce su di una pozzanghera lo aveva inzuppato dalla testa ai piedi.   –    Ma vi siete mai chiesti perché in Sicilia è sempre stato più normale dare del cornuto ad un uomo piuttosto che ad un bue?  –  Semplicemente perché dare del cornuto al prossimo, da noi è sempre stato considerato quasi come uno sfogo, il massimo delle offese, la vittoria dopo una battaglia. In Sicilia le corna fanno male più di una coltellata.  Il maschio siciliano infatti, geneticamente geloso, mal tollera questo tipo di ingiuria che se pur indirettamente, ma non tanto, colpisce anche la propria donna. Ecco quindi che spesso, in situazioni di questo tipo, non è difficile arrivare alla rissa con conseguenze non sempre prevedibili.  –   Noi delle corna abbiamo fatto uno stile di vita, riuscendo ad immaginarne di diverso tipo anche per il solo genere umano; quante volte infatti nel corso di animate discussioni abbiamo sentito qualcuno rivolgersi al suo malcapitato interlocutore chiedendogli con morbosa curiosità: “ Ma chi curnutu si ”? –   E pure, anche in fatto di corna, la Sicilia sta cambiando e si sta in qualche maniera adeguando ai tempi. Lo stereotipo del siciliano geloso e maschilista sta pian piano perdendo la sua originaria “consistenza”,  ed in questo ha probabilmente parte anche la crisi economica.

      Ne ho avuto conferma qualche giorno fa, quando assistendo ad un animato diverbio in uno dei vecchi vicoli di Palermo, ho ascoltato la classica frase  “ Va fa u curnutu o largu ”. Tutto normale per un siciliano come me; poco normale è stata invece la considerazione  che, esterrefatto, ho sentito da parte della “signora” che, rivolta al proprio uomo cui era stato fatto “l’invito”,  ha concluso:  “ E bbonu o maritu, un ti pigghiari collira, dicillu a stu babbu ca i corna sunnu comu e denti. Fannu mali quannu nascinu e servinu a manciari quannu criscinu.”   –       Se non è filosofia questa!