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01Arrivano le prime indiscrezioni sulla nuova Guida I Ristoranti d’Italia de “L’Espresso”, che da trentasette anni fornisce le dritte più in della cucina top della Penisola.

Chi si sarà aggiudicato i noti e tanto agognati ‘tre cappelli’ dell’eccellenza gastronomica? A guidare la classifica nazionale è la Lombardia, con un dispiegamento di forze non difficile da battere, sul tema della qualità, eppure anche quest’anno la Sicilia ha avuto il suo bel daffare, offrendo alla nuova guida 2015, dell’ottimo materiale su cui lavorare.
È il tempo della cucina tradizionale, che in Sicilia ha origini antiche e gustose: qui, i piatti della tradizione, povera e contadina, si intrecciano ad un insolito mix moderno ed invitante, volto alla soddisfazione del cliente a alla promozione del turismo eno-gastronomico, anche straniero, che, forte anche del successo di talent-show e spettacoli di cucina, sta mietendo ovunque appassionati proseliti.

In questo fortunato contesto d’D.O.C., si riconferma Duomo, ristorante di Ciccio Sultano immerso nella incantevole cornice barocca di Ragusa Ibla; presidio mangereccio da 18,5 su 20, che si prepara, anche per il nuovo anno, ad un rinnovato testa a testa con La Madia di Licata, raffinata cucina del noto chef Pino Cuttaia. L’Isola del gusto si divide dunque attorno a due diverse zone di competenza, che per la sua tradizione culinaria ha fatto storia.

Per il quarto anno consecutivo, il giovane chef ragusano offre piatti della tradizione, rivisitati secondo un suo personale stile visionario, che guarda alla cultura e alla storia ma anche al palato. Sua la cosiddetta ‘variante Sultano’ che mette anche a disposizione, dei più volenterosi, anche una scuola di cucina, e ha generato vere chicche culinarie come la zuppa tiepida di fichi d’India, la ricciola decorata con polvere di capperi e olive di pasta di mandorla, o lo spaghettone in salsa taratatà, a ricordare la nota quanto folcloristica danza armata di Casteltermini, che rappresenta la guerra tra Cristiani e Mori, al tempo della conquista Islamica di Sicilia: in pratica un primo piatto al sapore di storia.

Ma la concorrenza è spietata, e a Ragusa Ibla c’è qualcun altro a curare le sorti culinarie di Sicilia: come lo chef Vincenzo Candiano della Locanda Don Serafino, che quest’anno si è aggiudicato un punteggio di 17 su 20, e due cappelli. La contea di Modica non scherza, confermando un'altra volta il suo status di Regnum in Regno, anche attraverso i 15 punti assegnati all’”Accursio”, all’indomani del ritorno sulle scene di Capraro.

Ma a Licata è tutto pronto per la nuova sfida. Cuttaia, il giovane boss di cucina de La Madia, offre ai suoi avventori tre percorsi enogastronomici distinti: il “classico”, “in bianco e nero” e “sapori di mare”. Il vincitore del miglior piatto dell’anno 2014, dovrà però guardarsi alle spalle: al suo collo alitano infatti Mantarro, chef del Principe Cerami, ristorante del San Domenico Palace Hotel di Taormina, che quest’anno ha portato a casa due cappelli e ha già all’attivo due stelle Michelin; mentre nel palermitano sale a 16 il punteggio di Tony Lo Coco, del ristorante I Pupi di Bagheria.

Un solo cappello per il noto ristorante L’Osteria dei Vespri, che a Palermo contrasta la crisi con la sua versione ‘bistrot’; dal 1 novembre, per mano dello chef Alberto Rizzo, l’offerta dell’osteria si arricchirà di una nuova idea culinaria, atta ad accontentare anche i portafogli più leggeri: «Con questa formula vogliamo rilanciare anche piatti spariti dalle tavole palermitane, – dichiara lo chef – ma anche qualche assaggio di cucina di altre regioni, dalla carbonara romana alla polenta».

Autore | Enrica Bartalotta