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01Fanpage http://goo.gl/PnEgmx Museo Salinas di Palermo

Siete pronti oggi per un piccolo viaggio virtuale?
Se rispondete di sì, potrete anche avere un’anteprima di una “novità” che troverete quando il Museo riaprirà completamente al pubblico. Pronti? Allora andiamo… 

Saliamo “per le antiche scale” che tutt’ora mettono in comunicazione il Chiostro minore con i piani superiori, fermiamoci al secondo piano e voltiamo alla nostra destra. Attraverso un piccolo portale in marmo scolpito del XVI secolo (attenti, forse i più alti fra voi dovranno abbassare un po’ la testa!), entriamo in un ambiente carico di una particolare atmosfera, grazie alla grande finestra che occupa la parete di fronte all’ingresso: è una finestra a pannelli realizzati in vetro colorato e piombato (anche questi sono attualmente oggetto di un delicato intervento di restauro specialistico), che immette nella stanza una calda luce naturale soffusa.

Il progetto del nuovo allestimento riaprirà al pubblico questa bella stanza quadrangolare, che dal secondo dopoguerra è rimasta chiusa all’esposizione.
L’atmosfera rarefatta che vi si raccoglie, e che sembra favorire la concentrazione, è sicuramente frutto di una precisa volontà intesa a creare un’assorta suggestione, in questo spazio che nel Museo del passato era destinato ad accogliere poche e ben selezionate opere scultoree rinascimentali, fra cui il famoso busto di Eleonora d’Aragona del Laurana, oggi esposto alla Galleria Regionale di Palazzo Abatellis. Una scelta espositiva meditata e voluta dalla grande storica dell’arte Maria Accascina, chiamata negli anni 1929-1930 a redigere un progetto scientifico che potesse “razionalizzare” le enormi raccolte allora esposte al Museo.

Bene. Se siete ancora “connessi” con la vostra immaginazione, provate adesso a sentirvi dentro questa stanza e ad alzare lo sguardo in alto…sì, proprio sopra le vostre teste: quello che state guardando è il dipinto di formato ottagonale che trovate nella foto che qui pubblichiamo. Si tratta in effetti soltanto della parte centrale di un soffitto ligneo “a cassettoni”, che non doveva fare parte degli arredi originali della Casa conventuale dei Padri Filippini e che venne inserito in questa stanza molto probabilmente nella seconda metà dell’Ottocento, quando era ormai iniziata la “seconda vita” dell’edificio come sede del Regio Museo Nazionale. 

Di questo soffitto non si hanno notizia certa né attribuzione, se non le caratteristiche formali che fanno avanzare una datazione compresa nella prima metà del XVII secolo; di sicuro si tratta di uno di quegli elementi di decoro architettonico eterogenei, provenienti da altri complessi monumentali, che qui vennero rimontati in funzione museale, parte integrante di quello che ormai era diventato, secondo quanto alcuni commentatori nei primi del Novecento osservavano, “un immenso magazzino d’antiquariato”.

E adesso, continuando a guardare la foto…siete in grado di riconoscere chi sono i due Santi che, in atteggiamento statuario, sono ritratti seduti nel dipinto, in atto, sembra, di scambiarsi amichevoli opinioni sui testi sacri che tengono aperti sulle ginocchia?

Beh, per rispondere basta aguzzare la vista (o meglio -soluzione più comoda- aumentare lo zoom del vostro monitor! ) e leggere i nomi dei due Santi all’interno delle loro aureole: Simone e Taddeo.

Nei vangeli Simone e Taddeo (o meglio, Giuda Taddeo) figurano agli ultimi posti degli elenchi degli apostoli; sono venerati come martiri e ricordati dalla Chiesa con un’unica festa, il 28 ottobre, per il loro comune apostolato in Mesopotamia e poi in Persia, dove portarono una moltitudine di gente a convertirsi al Cristianesimo.

Infine – e aumentando, se volete, il vostro zoom…- osserviamo una nota curiosa: nell’angolo in basso a destra del dipinto, ai piedi di S. Taddeo e sullo sfondo dell’ampio panneggio del suo manto chiaro, è dipinta in proporzioni minuscole la sagoma di una suora inginocchiata, che tiene un libro chiuso nella mano sinistra e impugna un piccolo vessillo bianco nella destra.

Adesso invertiamo le parti: se vi siete appassionati a questo breve viaggio nel tempo, che ne dite di proporre voi qualche interpretazione per questo piccolo, ma evidentemente fondamentale per l’autore o per la committenza, particolare del dipinto?

Aspettiamo risposte!!

#museosalinas #padrifilippini #chiesa