Stop alle pizze nel forno a legna, inquinano troppo
Come ogni anno Legambiente si appresta a pubblicare i rapporti annuali sull'inquinamento. E per il 2015, più che di Milano, Palermo, Napoli e chissà quali altre città caotiche ed inquinate del mondo, ad avere la peggio è San Vitalino, un paesino di appena sei mila abitanti in provincia di Napoli.
La colpa? E' da attribuire al forno a legna!
Un paradosso per tutti: cittadini, residenti e opinione pubblica non credono assolutamente al dato allarmante divulgato da Legambiente (e pubblicato sul quotidiano "Il Mattino"). Anche un esponente locale del Movimento Cinque Stelle ha voluto vederci chiaro aprendo un'interrogazione parlamentare.
Che cosa, allora, provoca livelli di Pm10 oltre la soglia? Secondo Legambiente la risposta la si deve ricercare nei forni a legna, anche se non è certa.
Nel dubbio, il primo cittadino di San Vitalino, Antonio Falcone ha deciso di imporre ai pizzaioli e ai panettieri l’adozione di impianti di abbattimento in grado di eliminare l’80% delle polveri sottili. Pena lo spegnimento dei forni.
Chi non seguirà la norma dovrà chiudere, ed intanto cittadini (e i pizzaioli) stanno protestando:
«Non possiamo essere noi la causa dello smog, Napoli ha molte più pizzerie di San Vitaliano e non raggiunge quei livelli di inquinamento. È chiaro che le vere cause non vogliono essere individuate. Intanto questa ordinanza è un errore molto dispendioso per noi e per il bene della pizza napoletana».
Se il tutto dovesse continuare e prendere piede, significherebbe un grave danno alla cucina italiana, essendo la pizza, un must della nostra nazione.