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01I Giganti sono due figure di cartapesta che rappresentano i leggendari fondatori di Messina.

Le loro origini sembrerebbero derivare dalla Spagna, in particolare dalla Festa di Santa Tecla, presso Tarragona, e dalla Fiesta Mayor de Reus, dove, ancora oggi, i Giganti vengono usati come simboli di devozione, portati in processione dai fedeli per le vie della città. Presso alcuni centri di Sicilia e Calabria, tra cui Messina e Palmi, i Giganti Mata e Grifone sono oggi legati al culto della Vergine Maria.

La storia dei Colossi, si pensa derivi da una leggenda legata alle invasioni saracene in Sicilia. Attorno al 970 d.C., un invasore moro di nome Hassas Ibn-Hammar, sbarcato a Messina, si innamorò di Marta, figlia di re Cosimo II da Casteluccio. Il pirata chiese subito la mano della donna, ma le loro nozze furono celebrate solo dopo la sua conversione al Cristianesimo; la loro unione diede vita ai messinesi. Questa versione è confermata dalle molteplici scritture di autorevoli storici antichi, che identificarono nei Giganti, i mitici fondatori di Messina: Saturno Egizio e la moglie Rea, o Cibale.
Con il passare del tempo, al nome di Saturno Egizio venne aggiunto il nome di Zancle (dal toponimo ‘falce’). Per molti secoli, la città venne chiamata Zancle, in onore del suo fondatore. Si dice infatti che Messina sorga su una penisola a forma di falce, fatta cadere dal cielo da Saturno, o perché a Saturno sarebbe attribuita l'invenzione dell'attrezzo agricolo per mietere il grano.

Per quanto questa sia la storia più famosa e curiosa, la più attendibile sembra essere quella legata a un fatto storico realmente accaduto. Nel 1190, il Riccardo I Re d'Inghilterra, Riccardo Cuor di Leone, venne mandato a Messina da Papa Gregorio VIII, per muovere la Terza Crociata. Una volta giunto nella città, il re si accorse che i messinesi erano ancora oppressi dal dominio greco-bizantino. Non volendo usare la forza, Riccardo Cuor di Leone si stabilì sul colle di Roccaguelfonia, dove fece edificare un’imponente fortezza che rappresentasse la sua forza e la sua potenza, proprio sotto gli occhi del maniero di San Salvatore, avamposto greco-bizantino sito all'imbocco del porto. Prima ancora che venisse ultimato, il popolo lo battezzò col nome di Matagriffon, dai termini ‘Mata’ (da Macta, ovvero ‘ammazza’) e, ‘Griffon’ da Grifone ovvero ‘ladro’, che divennero poi i nomi dei due Giganti messinesi.
A quanto pare gli oppressori capirono l’antifona, perché fuggirono immediatamente da Messina. Da quel momento in poi, Mata e Grifone vennero portati nelle piazze a simbolo del Castello, emblema della loro libertà.
Ai Colossi venne nel tempo accostato un finto cammello, che veniva bruciato nelle piazze al termine delle feste, per simboleggiare la sconfitta degli Arabi sul Conte Ruggero I il Normanno.

I Giganti di Messina vengono portati in processione ogni anno dal 10 al 14 agosto; sono due statue in cartapesta del 1723, che vengono trainate dai fedeli su carrelli con ruote, realizzati negli anni Cinquanta del Novecento. I due Colossi a cavallo sono accompagnati dal suono delle trombe, dal rullo di tamburi, della ‘brogna’ e della ‘ciaramedda’, tramite un corteo di persone in costume. Dal ’93, fa parte del corteo anche la statua del cammello.
A Mistretta, in provincia di Messina, i due Giganti (o ‘gesanti’) vengono chiamati con i nomi di ‘Cronos’ e ‘Mitia’, e vengono portati in processione in occasione della Festa della Madonna della Luce, il 7 e l'8 di settembre. Secondo la tradizione sacra, i due furono i custodi delle ossa, rinvenute in una grotta accanto ad un quadro luminoso della Madonna. Le statue portate in processione oggi, sono quelle originarie del XVIII secolo.

Autore | Enrica Bartalotta