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Il Marranzano (Marranzanu o Scacciapensieri) è un tradizionale strumento musicale siciliano. Si tratta di uno strumento musicale idiofono. Questo significa che il suono viene prodotto dalla vibrazione del corpo stesso dello strumento, senza l’utilizzo di corde o membrane tese e senza che sia una colonna d’aria a essere fatta vibrare.

Lo Scacciapensieri è costituito da una struttura di metallo, ripiegata su se stessa, con una forma di ferro di cavallo. Si crea, così, uno spazio libero, in mezzo al quale si trova una sottile lamella di metallo che, da un lato, è fissata alla struttura dello strumento, mentre dall’altro lato è libera.

Il Marranzano è uno degli strumenti più antichi del mondo. Basti pensare che era noto anche ai Romani e che proprio loro potrebbero averlo esportato in Francia e Gran Bretagna. Vi sono anche alcune tracce della sua presenza in Oriente. Un disegno cinese del IV secolo a.C. ritrae un musicista che lo sta apparentemente suonando.

È uno strumento diffuso praticamente in tutto il mondo, ma con caratteristiche morfologiche diverse. In Europa e India se ne hanno tracce a partire dal XIV secolo. Il celebre compositore Johann Georg Albrechtsberger, attivo nella seconda metà del XVIII secolo, compose due concerti per Scacciapensieri, Mandolino ed Orchestra: il Concerto in mi maggiore ed il Concerto in fa maggiore.

Come si suona il Marranzano

Per suonare il Marranzano si pone l’estremità con l’ancia libera sugli incisivi, senza stringere troppo e si pizzica la lamella con un dito. Nel frattempo si cambia la dimensione della cavità orale, per regolare l’altezza dei suoni, che segue anche i diversi posizionamenti della lingua. Dovrebbe diventare tutt’uno con il corpo del musicista.

Bisogna prestare attenzione a non fare urtare la lamella contro i denti: questo potrebbe procurare danni permanenti. Un altro modo di suonare lo scacciapensieri è mettere l’ancia libera davanti ai denti, senza stringerla.

Marranzano Siciliano

Salvatore Quasimodo, nella sua poesia “Strada di Agrigentum” del 1938, evoca con nostalgia alcune immagini della Sicilia, includendo un riferimento al marranzano.

“Il marranzano tristemente vibra/ nella gola del carraio che risale/ il colle nitido di luna, lento/ tra il murmure d’ ulivi saraceni”, ha scritto Quasimodo, con un immagine ricca di forza evocativa.

Il Marranzano è conosciuto a Palermo anche come Mariuolu, a Catania come Marauni e ad Agrigento come Ngannalaruni. Il Marranzano siciliano presenta alcune caratteristiche che lo distinguono dagli altri Scacciapensieri.

Purtroppo questo strumento musicale viene spesso associato a immagini negative di mafia. È necessario ribaltare questa visione e dissociarlo da un contesto malavitoso, ricordando che si tratta di uno strumento della tradizione, indipendente da quel tipo di ambiente.

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