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"Al processo sarò in aula perché voglio guardarli in faccia tutti e quattro". A parlare è la trans peruviana stuprata a Rimini nella notte tra il 25 e il 26 agosto. "Ho fatto tutto quello che potevo per aiutare la polizia. Ora aspetto la sentenza e la pena più alta. Anche se mi dispiace per i ragazzini, perché sono stati manipolati dal più grande, dal congolese" ha aggiunto la vittima, riferendosi al 20enne Guerlin Butungu. "Quei ragazzini finiscono in cella così piccoli: che brutta modo per cominciare una vita", ha commentato.

La trans riflette: "Penso che i genitori di questi ragazzini non siano di grande esempio, cosa fa un ragazzino di 14 anni in giro fino alle 5 di mattina?". Quello della trans è stato un aiuto fondamentale per gli inquirenti, che grazie ala sua testimonianza accurata ha permesso di ricostruire le dettaglio ogni tassello di quella drammatica notte a Rimin,i il cui apice più terribile è stata la violenza su due turisti polacchi in spiaggia.

Intanto l'inchiesta prosegue. Mentre i quattro arrestati si accusano a vicenda dividendosi  in particolare tra minori e maggiorenne congolese, dagli accertamenti emergono ancora nuove violenze compiute quella notte dal gruppo. Due turisti bolognesi hanno raccontato che nelle stesse ore degli stupri sono stati accerchiati e aggrediti da quattro ragazzi che potrebbero essere gli stessi del branco. La descrizione infatti coincide con quella degli arrestati e anche se ora dovranno identificarli formalmente attraverso un riconoscimento fotografico, un telefonino che era stato rubato ai due sarebbe stato trovato in possesso di Butungu al momento dell'arresto.