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"Ci stiamo guardando negli occhi, la redazione o quel che ne resta, e abbiamo deciso che così non si può andare avanti. Meglio vendere tutto, meglio chiudere". Comincia così un editoriale pubblicato oggi sul sito di Telejato, la tv privata di Partinico guidata da Pino Maniaci, giornalista finito sotto inchiesta a Palermo dove è imputato con l'accusa di estorsione. Accuse che Maniaci ha sempre respinto.

"Continuano a piovere querele, questa volta non da comuni cittadini o dalla Bertolino, ma da alti magistrati, da funzionari e elementi di spicco che si occupano di gestione dell’ordine pubblico, persino da amministratori giudiziari e da giornalisti", si legge nell'articolo che denuncia un "impressionante attacco all’antimafia, nel tentativo di cancellarne l’esistenza". E ancora: "Così piovono avvisi e denunce sul responsabile della testata, sul suo direttore, sui suoi redattori. Tutto questo significa andare a cercarsi i legali, andare a sottoporsi agli interrogatori della polizia giudiziaria postale, perdere tempo e salire le scale dei tribunali".

L'articolo prosegue parlando di "macchina del fango" a proposito dell'inchiesta che riguarda Maniaci. E ricorda le campagne portate avanti dall'emittente sugli abusi relativi alla gestione dei beni sequestrati e  confiscati alla mafia. "Ebbene, così andando avanti chiudiamo noi. Abbiamo creduto che qualcosa potesse cambiare attraverso questa voce libera. Ma invece non cambia e non cambierà nulla perché questa terra, per dirla con Sciascia, è irredimibile. Chi ci ama ci scusi. È stato bello", conclude l'editoriale.