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La comica palermitana Teresa Mannino si confessa in un’intervista sul Corriere della Sera. Nei suoi racconti, l’infanzia in Sicilia, la carriera e il suo lavoro. Un botta e risposta l’artista ripercorre la sua vita, dall’infanzia ai successi sul piccolo schermo, rivelando aneddoti inediti del suo passato.

Teresa Mannino, l’intervista

“La mia scimmia? Ora mi metto a piangere. È una delle poche cose di cui mi vergogno. Avevo 10 anni…“. Comincia così l’intervista rilasciata a Elvira Serra per il Corriere della Sera. “Ero fissata con i primati. Così, in quinta elementare per la promozione chiesi una scimmia. Mi presero una bertuccia e ci rimasi male, perché volevo uno scimpanzé. La chiamai Gegè, scappò il giorno stesso per colpa di mio fratello: l’abbiamo vista per settimane saltare da un ramo all’altro nella campagna palermitana…Non è finita”.

“Piansi disperata e una settimana dopo arrivò Gegè 2. È stata con noi un paio d’anni, dentro una gigantesca voliera in campagna, con due alberi dentro. È stata con noi per due anni. Era bellissimo avere a che fare con lei. Poi è scappata”. Teresa Mannino rivela di essere stata una bambina “perfida”: “Ero cattiva. E molto determinata: sapevo quello che volevo. Però facevo ridere con le imitazioni degli altri: dello zio antipatico, del vicino di casa, dei professori. Avevo sempre la battuta pronta per stroncare qualcuno”.

E, ancora, rivela: “Da mia madre ho preso il modo di raccontare e l’amore per gli animali. Da mio padre la battuta di spirito e la capacità del silenzio: sapeva ascoltare gli altri”. Non immaginava che avrebbe fatto il mestiere della comica: la svolta è arrivata quando “ho assaporato la risata, ho capito che era casa mia”.

A Zelig, Teresa Mannino ha passato molti anni e ha presentato alcune puntate con un siciliano doc come lei, il Mago Forest: “Con lui ho un rapporto speciale. Siamo molto siciliani, sì, ma atipici e diversi. Abbiamo entrambi origini madonite, ma non è quello a unirci. Lui è una persona generosa, attenta agli altri. Mi ha fatto passare dieci settimane a ridere. Lo stimo molto professionalmente”.

Nell’intervista c’è anche spazio per parlare dei suoi desideri: “Ne ho tanti, a partire dallo scoprire cosa fa ridere il mio pubblico di quello che ho scritto. Poi desidero riuscire a lavorare in Sicilia, ma non con uno spettacolo o con le tappe di una tournée. Vorrei proprio fare delle cose in Sicilia, con le siciliane. E poi desidero sempre vedere il mare“.

Sempre a proposito del suo lavoro, Manno aggiunge: “Gli applausi più belli? Quelli a Palermo o a Milano, perché sono le mie città. Ma quando mi capita all’estero, lì capisco che c’è qualcosa in più, oltre al complimento: c’è un senso di appartenenza, un legame con la patria. Del resto, questa cosa di tornare nella Terra Madre un significato ce l’ha. Se hai un problema di salute dicono che dovresti mangiare un po’ della terra dove sei nato. Comunque, all’estero gli applausi li senti diversi, hanno un altro significato”.

La comica palermitana nella sua carriera ha incontrato personaggi del calibro di George Clooney e Michael Bublé. “Ma l’unico che mi ha emozionato davvero è stato Andrea Camilleri, la cultura e il sapere mi mettono sempre un po’ di emozione e soggezione”.

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