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Continua a far discutere il pronunciamento della Corte di Cassazione, che ha rinviato al tribunale di sorveglianza di Bologna la decisione sulla richiesta di scarcerazione (per una morte dignitosa) di Totò Riina. Nel frattempo, il boss di Cosa Nostra ha assistito in barella, in videoconferenza, all'udienza che lo vede imputato come mandante della strage del rapido 904.

Steso in barella, con a fianco due agenti, è intervenuto a un certo punto per smentire quanto stava dicendo un agente: «No no», ha detto, mentre il difensore Luca Cianferoni ha interrotto l'arringa, confermando che Riina non voleva lasciare l'udienza.

Ecco cosa riporta il Giornale di Sicilia:

"Non è vero, sta scivolando sulla barella, ha solo bisogno degli infermieri". Poco dopo Riina è riapparso nella stanza in tempo per sentire il difensore chiedere ai giudici, presidente il giudice Salvatore Giardina, di confermare l'assoluzione decisa in primo grado, "rigettando l'impugnazione della procura". "E' un essere umano, date un contributo alla giustizia", ha detto l'avvocato che, poco prima aveva parlato di Riina come "un parafulmine" di tutti i misteri d'Italia (anche per questo in primo grado aveva chiamato a testimoniare tra gli altri l'allora sottosegretario ai servizi, e oggi ministro, Marco Minniti e Giampiero Massolo), di una persona "che ha 87 anni, sta molto male, e credo che questo nessuno possa disconoscerlo".