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01I parallelismi sono impressionanti. A Cogne l’assassina, secondo la Giustizia umana, è la mamma, Annamaria Franzoni. A Santa Croce Camerina l’assassina, per gli inquirenti, è sempre la mamma, Veronica Panarello. La vittima, a Cogne, è il figlioletto di Annamaria, Samuele Lorenzi. La vittima, a Santa Croce Camerina, è il figlioletto di Veronica, Loris Stival. In entrambi i casi, le due donne negano di essere le autrici dei delitti. In entrambi i casi, le due donne hanno alle spalle un passato difficile. In entrambi i casi, mancano i moventi. E in entrambi i casi sono considerate assassine.

Non sappiamo se, nelle prossime ore, la mamma di Loris cambierà la propria versione dei fatti. Ma per il ragionamento che ci accingiamo a illustrare conta poco.

I lettori ricorderanno che, nel caso di Cogne, non è mai stata trovata l’arma del delitto. E’ stato trovato solo il pigiama insanguinato del piccolo Samuele. E gli zoccoli insanguinati. A poco è servito, ad Annamaria Franzoni, dire e ribadire che lei, di quel pigiama insanguinato, non sapeva nulla. E che gli zoccoli erano puliti. Le deduzioni degli inquirenti sono state altre.

Nel caso di Veronica Panarello l’arma del delitto è stata trovata: una fascetta di plastica usata dagli elettricisti simile, o magari uguale, a quella utilizzata per uccidere Loris. E, come per il pigiama insanguinato e gli zoccoli di Annamaria Franzoni, ha inguaiato la mamma.

Per Annamaria Franzoni ci sono stati confronti, verifiche, estenuanti interrogatori, processi. Per Veronica Panarello ci saranno confronti, verifiche, estenuanti interrogatori, processi.

I parallelismi, ribadiamo, sono impressionanti. Due madri con un passato difficile. Due bambini assassinati. Due tipologie di famiglie sovrapponibili: marito, moglie e due bambini. Di questi, in entrambi i casi, è stato ucciso il più grande. In entrambi i casi all’orario della scuola. In entrambi i casi, le due donne dicono di avere lasciato i figli tranquilli: la prima – Annamaria Franzoni – dice di aver lasciato il figlio a casa; la seconda – Veronica Panarello – dice di aver lasciato il figlio a scuola. In tutt’e due i casi, omicidi efferati. Quasi a smentire il carattere femminile e materno.

In entrambi i casi sembra esserci molto di più dell’ombra del Demonio: sia perché vengono uccisi due bambini, vittime sacrificali da lui preferite, sia perché vengono disintegrate due famiglie.     

In entrambi i casi c’è la macchina della Giustizia umana che già Kafka considerava inquietante: ovvero l’impossibilità, per la stessa Giustizia umana, fatta di scienza e di positivismo, di venire a capo di quel mistero chiamato uomo.  Insomma, c’è qualcosa che sfugge alla ragione umana, che non è comprensibile con la scienza. Partendo dal presupposto – che non tutti condividono – che la scienza non spiega tutto.

Proviamo a ipotizzare, tra Cogne e Santa Croce Camerina, qualcosa che non ci piace, qualcosa alla quale non crediamo Del resto, non tutti gli uomini sono credenti. Ma le figure religiose ci sono lo stesso. Fanno riflettere gli uni (i credenti) e possono fare riflettere anche gli altri (i non credenti). Nell’ormai lontano 1972 Papa Paolo VI, ad esempio, disse che il Diavolo era sempre più presente tra gli uomini. Una frase buttata lì per impressionare (erano gli anni della grande crisi economica internazionale)? O Papa Montini aveva intuito qualcosa?

Il Diavolo, per definizione, non semina dubbi – che sono sempre presocraticamente positivi -: semina discordia e menzogna. E se i casi di Cogne e di Santa Croce Camerina fossero legati da un destino comune che va al di là della forza umana? Lo sappiamo: rischiamo di farci prendere per matti: parlare del Demonio nel 2014: per favore! Sappiamo di irritare la mentalità scientista e positivista: ma possiamo negare che Piemonte e Val d’Aosta da una parte, e Sicilia dall’altra parte sono, da sempre, roccaforti dell’occultismo, insieme con la Toscana (dove di misteri – vedi il mostro di Firenze – non ne mancano certo)?

E se dietro queste storie ci fosse qualcuno che semina discordia tra le famiglie fragili? Abbiamo detto dei parallelismi, per certi versi impressionanti, tra Cogne e Santa Croce Camerina. Due donne con alle spalle un passato difficile. Due bambini morti. Due accuse pesanti come macigni basate su indizi che sembrano concentrarsi solo su singole persone.

La memoria ritorna a un film di qualche anno fa – “Il tocco del Male” – dove alcuni riferimenti alla capacità del Male di interferire con la vita dell’uomo sembrano rievocare certe indagini che, nonostante la buona volontà degli esseri umani, portano a considerare colpevole l’innocente. Divagazioni? Chissà. 

Di Giulio Ambrosetti