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Schengen o non Schengen, questo è il problema. Il trattato, sottoscritto nell'omonima cittadina lussemburghese nel 1985, prevede una zona di libera circolazione per le persone in Europa con tanto di abolizione dei controlli alle frontiere. 

CHI NE FA PARTE – Aderiscono 26 paesi, di cui 22 membri dell’Unione Europea e quattro non membri, cioè Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Non ne fanno parte Bulgaria, Cipro, Croazia, e Romania, che hanno sì sottoscritto il trattato, ma nei loro confini non è ancora entrato in vigore. Inoltre Irlanda e Regno Unito non hanno aderito alla convenzione esercitando un opt-out, la clausola di esclusione. In Italia è in vigore dal 1997.

COME FUNZIONA – All'interno di Schengen i cittadini dell'Unione Europea e quelli di paesi terzi possono spostarsi liberamente senza essere sottoposti a controlli alle frontiere. La caduta delle frontiere interne ha avuto come conseguenza il rafforzamento di quelle esterne dello spazio Schengen. Un "allargamento" dei cordoni, insomma, che non può prescindere dalla cooperazione delle forze di polizia tra tutti i membri per combattere, ad esempio, la criminalità organizzata o il terrorismo.

SOSPENSIONE – Ogni Stato sottoscrittore dell'accordo può sospenderlo per un periodo limitato e non "ad libitum". Solitamente si ricorre a questa soluzione per rafforzare le misure di sicurezza in seno a eventi importanti, di grande richiamo internazionale. L'Italia, nel caso specifico, lo ha fatto dal 14 al 21 luglio 2001, durante il G8 di Genova, e dal 28 giugno al 15 luglio 2009, in occasione del G8 di L'Aquila.

CRISI DI SCHENGEN – Oggi la tenuta di una delle pietre angolari dell'Unione Europea è a rischio. In questo momento, Danimarca, Francia, Germania, Austria, Norvegia e Svezia hanno reintrodotto controlli alle frontiere interne, sospendendo di fatto il trattato. Parigi ha deciso la misura draconiana in seguito ai ben noti attentati dello scorso 13 novembre, mentre gli altri paesi vogliono porre un limite al dilagare – a detta loro – dell'immigrazione internazionale. La chiusura è temporanea, ma la tensione è alta e si sedimenta sulle accuse reciproche. Tant'è che ad Amsterdam, in Olanda, si sta tenendo una riunione fiume tra i 28 ministri dell'Interno dell'UE. La sospensione di Schengen è al vaglio della tavola rotonda, "ma per due anni e in accordo con gli altri paesi". Il titolare del Viminale, Angelino Alfano, da par suo si dice "contrario a passi indietro rispetto a Schengen, perché sarebbe un affossamento delle libertà faticosamente conquistate in decenni di integrazione".