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01In un’occasione come questa un prete inviterebbe a non giudicare, e noi che non siamo così caritatevoli, facciamo fatica a leggere ciò che in questi giorni ha riempito le pagine dei giornali.

La madre del piccolo Loris Stival è stata infine indagata per omicidio. Le analisi si sono concluse in questi giorni, e giusto ieri, la donna è stata condotta dalla Questura di Ragusa in stato di fermo, alla casa circondariale di Piazza Lanza, con l’accusa di aver ucciso il suo bambino.

Secondo i pm del capoluogo di provincia, Veronica Panarello avrebbe ucciso il piccolo Loris con delle fascette stringicavo, le stesse che vengono usate dagli elettricisti, le stesse che il padre di Loris ha consegnato, su ordine della madre, alle maestre, proprio il giorno del ritrovamento del corpicino del piccolo Loris, in un canale nei pressi del Mulino Vecchio.

E sarebbe proprio la prova video a corredare le accuse, quelle inquadrature che testimonierebbero che non solo la Panarello non ha accompagnato il piccolo a scuola, ma che sia anche passata dal luogo in cui suo figlio si trovava, ormai senza vita.

Prove che fanno a cazzotti con il racconto confuso della donna, relativo ad un corso di cucina presso il quale si sarebbe presentata però 15 minuti più tardi del previsto; 15 minuti in cui nemmeno la sua auto ha saputo svelare dove fosse. Altro discorso a non quadrare, per gli inquirenti, è quello dei sacchetti della spazzatura gettati due volte ad una certa distanza dalla propria abitazione: la prima volta, perché il bambino se n’era dimenticato, e la seconda perché la comunità di rumeni che vive nelle sue vicinanze, frugherebbe nei sacchetti.

Accuse definitive quelle rivolte alla madre del bambino, che si concludono, secondo i pm, con l’aggravante della crudeltà dovuta al legame di sangue che collega vittima e carnefice: secondo l’accusa, la Panarello è “resa responsabile dell’omicidio del proprio figliolo con modalità di elevata efferatezza e sorprendente cinismo”.

A Ragusa, per lei, tuonano pesanti ingiurie, mentre a Santa Croce Camerina, presso il luogo del ritrovamento del corpicino, spuntano pupazzi, lettere, fiori: un piccolo altare natalizio anche per il piccolo Loris.
Si difende Veronica Panarello, che, provata, scoppia in lacrime alla fine dell’interrogatorio conclusivo, confermando ancora una volta la sua versione della storia, rilasciata agli inquirenti il 29 novembre scorso: «le manca la sua famiglia, le manca suo figlio», ha dichiarato il suo avvocato, Francesco Villardita.

La difesa è infatti convinta che la verità risieda altrove; dai filmati non si direbbe affatto chiaramente se Loris sia o meno tornato a casa, quella mattina.
Oltre alla madre, che sostiene di averlo accompagnato a scuola in auto, ci sarebbe la testimonianza di una bambina di 10 anni che dice di aver visto Loris presso il chioschetto poco distante, andare a comprare il panino per il pranzo.

Secondo il legale della donna, l’indagine è stata “leggermente frettolosa”: «la mia cliente ha risposto punto su punto – ha dichiarato, rimanendo ferma sulle sue posizioni: lei è innocente e ha confermato di aver portato il bambino a scuola e di essere andata poi a Donnafugata».

Autore | Enrica Bartalotta