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Vittorio Storaro, direttore della fotografia tre volte premio Oscar, gira proprio nel mese di maggio un video che ha per protagonista la Sicilia, terra di luce. Tra le vigne della famiglia Cusumano, grazie ai ragazzi di “Perimetro”, sta realizzando un video nelle location tra la Tenuta San Giacomo a Butera, Castiglione di Sicilia e il Tempio della Concordia di Agrigento.

Vittorio Storaro in Sicilia

Storaro è noto al grande pubblico per aver vinto ben tre premi Oscar con “Apocalypse Now“, “Reds” e “L’ultimo Imperatore“. Adesso fa tappa in Sicilia, per un video che vede l’isola protagonista. Partendo dai suoi contenuti fotografici e video, Perimetro coinvolge una community di fotografi, con la open call “Lightland“, che mette al centro la luce e la Madre Terra.

Proprio Vittorio Storaro presiede la giuria di Lightland, che intende organizzare intorno alle foto una raccolta fondi a scopo benefico. Il ricavato sarà devoluto all’Istituto Mario Negri, ente morale impegnato dal 1961 nella ricerca biomedica al servizio della salute pubblica.

«La potente luce della Sicilia – dice Diego Cusumano – è l’energia di questa terra. E i vini ne sono l’espressione. Con mio fratello Alberto ci interroghiamo da tempo su come raccontare il tratto distintivo della luce. La domanda ha assunto massima urgenza ora, dopo due lunghi anni di buio».

Quindi aggiunge: «La scintilla che è il caso di dire – ci ha illuminati, è scattata durante il progetto di questo nuovo vino nella Tenuta di San Giacomo a Butera dove la luce è “al quadrato” perché potenziata dalla rifrazione del terreno calcareo bianchissimo. Il massimo interprete internazionale della luce è il Maestro Vittorio Storaro che all’invito che gli abbiamo fatto tramite Perimetro, ha risposto con entusiasmo».

Sicilia terra di luce, dunque. «Credo che sia fondamentale capire quanto c’è stato nel passato, c’è nel presente, e ci sarà nel futuro, quanto la natura si nutra di oscurità e di luce, del nero e del bianco. Sta alla comunione tra materia ed energia formare il giusto equilibrio», racconta Storaro a La Sicilia.