Walter Zenga, ex portiere della Nazionale e oggi club manager del Siracusa, si è raccontato in un’intervista a Repubblica Palermo, ripercorrendo il percorso che l’ha portato in Sicilia. L’iconica figura del calcio italiano ha raccontato aneddoti della sua carriera, ma anche personali, e ha parlato del suo amore per l’isola.
Zenga è arrivato a Siracusa dopo aver partecipato a una trasmissione di Sky, proprio nella città siciliana: “Ho suggerito che mancava una figura di raccordo tra squadra e mondo esterno, come il Como che dalla Serie D è arrivato in A. Mi hanno risposto: ”Perché non lo fai tu?”. Così è iniziata questa avventura”, ha detto.
L’ex portiere azzurro ha stretto con la Sicilia un legame molto stretto, dopo aver allenato sia il Catania che il Palermo: “Io mi sento siciliano. Mia figlia è nata a Palermo e amo questa terra. Ogni sera passeggio per Ortigia e mi godo la bellezza della Sicilia, con i suoi tesori come Noto, Marzamemi e Ragusa“.
A proposito di Palermo, ha ricordato talenti come Miccoli, Cavani, Pastore e Balzaretti: “Non ho mai detto che avremmo vinto lo scudetto, ma con una squadra così non si potevano fare i preliminari di Coppa Italia. Il nostro scudetto era arrivare nelle prime otto e restarci. Quando il Palermo andò in Europa League, quello fu il nostro scudetto“, ha detto. Parlando, invece, della squadra di oggi, ha sottolineato: “Bisogna avere gli uomini giusti al posto giusto e non sperperare soldi con giocatori inutili. Il calcio resta sempre il gioco più semplice del mondo.
In ultimo, non è mancato un pensiero per Totò Schillaci, che è stato suo compagno di squadra ai tempi dell’Inter: “Era un ragazzo introverso, non amava la pubblicità. Quando lo invitavo a casa a cena mi chiedeva: ”Ma chi c’è?”. Era fatto così, ma sul campo era straordinario. Italia ’90 resterà per sempre un suo monumento”.