Ancora oggi nei mesi estivi a Palermo si vende "acqua e anice".
Anticamente l'acquaiolo, con una piccola cantimplora d'acqua fredda, gotti e una
bottighietta d'anice, girava per le strade gridando "Acqua con l'anice:
ce l'ho fredda!" Qualche altro con un deschetto si sistemava in un
angolo di piazza, e la folla degli assetati c'era, e si doveva fare il turno;
per questo rimase il detto: Acqua e zammù: prima lui e dopu tu!
E quando bisogna disporsi in fila e tu, facendo finta di niente, ti intrufoli
avanti, ti senti dire secco secco: "Acqua e zammù"; e tu lo devi capire: vogliono che tu vada in coda.