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Un incontro eccezionale ha portato l’attenzione su una delle creature più affascinanti e misteriose del Mediterraneo: lo zifio, noto anche come “balena dal becco”. Il grande cetaceo è stato trovato nei pressi della spiaggia di Santa Maria del Focallo, nel territorio di Ispica, in provincia di Ragusa, rinnovando l’interesse per questo abitante degli abissi.

A segnalare la presenza del cetaceo sono stati alcuni bagnanti, e le autorità sono intervenute prontamente. Solo in un secondo momento si è compreso che si trattava di uno degli animali più rari del Mediterraneo.

Secondo le prime ipotesi, il cetaceo era già morto da tempo e il suo corpo sarebbe stato trasportato dalle correnti fino alla costa. Le cause del decesso restano da chiarire, ma il ritrovamento ha acceso i riflettori su una specie poco conosciuta e raramente visibile, nonostante sia presente in modo stabile nei nostri mari.

Chi è lo zifio?

Lo zifio (Ziphius cavirostris) è un cetaceo tanto affascinante quanto poco conosciuto. È l’unico rappresentante del genere Ziphius, appartenente alla famiglia degli zifidi, e si distingue per il muso allungato che gli ha valso il soprannome di “balena dal becco“, anche se in realtà è più vicino ai delfini che alle balene vere e proprie.

Si tratta di un gigante gentile del mare: fino a 7 metri di lunghezza, oltre 3 tonnellate di peso, pelle color grigio-marrone e un corpo spesso segnato da graffi, frutto della competizione tra maschi. Ciò che lo rende davvero unico, però, è la sua incredibile abilità da apneista: può restare in immersione per oltre un’ora e raggiungere profondità estreme, fino a 3.000 metri, per cacciare calamari e pesci di profondità.

Un animale raro e affascinante

Avvistare uno zifio è un evento raro. Vive lontano dalla costa, in acque profonde, e trascorre la maggior parte del tempo in immersione. Quando riemerge per respirare, lo fa solo per pochi minuti, rendendo quasi impossibile intercettarlo. Non sorprende quindi che sia uno dei cetacei meno conosciuti, anche se la sua presenza nel Mediterraneo è stabile. Spesso si muove in piccoli gruppi familiari, ma sulle sue abitudini si sa ancora molto poco proprio a causa della sua natura schiva.

Anche se poco noto, lo zifio è di casa nel Mediterraneo. Le osservazioni più frequenti avvengono nel Santuario Pelagos, l’area marina protetta tra Liguria, Corsica e Costa Azzurra, istituita per tutelare i cetacei. Ma è stato segnalato anche nel Mar Tirreno, nello Ionio, e persino nello Stretto di Messina, zone caratterizzate da fondali profondi e canyon sottomarini, habitat ideali per la specie.

Lo zifio non è considerato a rischio estinzione, ma è particolarmente sensibile ai disturbi acustici: sonar, trivellazioni e traffico navale possono interferire con il suo sistema di ecolocalizzazione, essenziale per orientarsi e cacciare. In alcuni casi, eventi di disorientamento acustico sono stati collegati direttamente a spiaggiamenti.

Il ritrovamento di questo esemplare sulle coste siciliane rappresenta un’opportunità importante: ci ricorda che il nostro mare custodisce creature straordinarie, spesso invisibili, che meritano attenzione e rispetto. Lo zifio è un simbolo vivente della biodiversità marina del Mediterraneo, e ogni incontro, anche in circostanze non ideali, ci invita a conoscerlo meglio e a tutelare l’ambiente che lo ospita.