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"Tornava a casa con buste di contanti, da 5, 10, 20, 25mila euro, le teneva nei giacconi in un ripostiglio vicino alla camera da letto e poi le portava in ufficio. Erano i soldi delle sue serate e del suo lavoro e io mi facevo i fatti miei": Silvia Provvedi, fidanzata di Fabrizio Corona, testimoniando nel processo a carico dell'ex agente fotografico ha raccontato ai giudici che l'ex re dei paparazzi guadagnava dalle ospitate nei locali e dalla sua attività di testimonial centinaia di migliaia di euro in nero.

Corona è a processo per i circa 2,6 milioni di euro in contanti trovati in parte in un controsoffitto e in parte in Austria. Dopo la deposizione in questura a seguito della bomba carta esplosa sotto la sua casa il 15 agosto scorso – fatto da cui è scaturita l'inchiesta che lo ha riportato in carcere – "Fabrizio aveva l'impressione di essere stato trattato come un criminale e non come parte lesa di un attentato", ha detto la Provvedi, 23 anni. Ex concorrente dell'Isola dei Famosi e di XFactor, è stata citata come testimone dai legali di Corona: ha raccontato di aver conosciuto nel luglio 2015 l'ex fotografo dei vip "per il lancio della testata 'Playboy' di cui io e mia sorella avevamo fatto la copertina".

Dall'aprile 2016 "ho iniziato a vivere a casa sua, il nostro rapporto si è consolidato, lui lavorava giorno e notte, andava in palestra alle 9 di mattina e poi in ufficio e tornava a casa dopo le 22 e prima delle 23 a causa delle prescrizioni" dell'affidamento in prova. "Non si concedeva svaghi, solo qualche massaggio a volte e questo ci metteva anche un po' in difficoltà come coppia, così come le restrizioni dell'affidamento, ma abbiamo superato tutto perché siamo molto uniti". Provvedi ha parlato poi del "segno in faccia" che aveva Corona dopo l'aggressione che avrebbe subito in un locale a fine luglio scorso dal calciatore Giuseppe Sculli: "Mi ha detto che ha subito anche un tentativo di estorsione da lui, Sculli voleva 50mila euro e mi sono un po' preoccupata, non era una cosa normale".

Poi l'episodio della bomba carta. "Fabrizio ha chiamato subito la polizia e ha parlato anche della tentata estorsione di Sculli e ha detto che forse c'era un nesso". In questura, però, "Fabrizio si è sentito trattato come il criminale che aveva messo la bomba e non come la parte lesa. Anche a me hanno fatto qualche domanda strana, mi sembrava volessero indagare su di lui, erano interessati anche alla macchina che usavo. Fabrizio comunque ha sempre cercato di preservarmi".

All'inizio dell'udienza i giudici hanno posto anche alcune domande di chiarimento a Francesca Persi, collaboratrice di Corona e imputata, e tra i testi ha deposto anche il giornalista di 'Chi' Gabriele Parpiglia, amico dell'ex agente fotografico: "Fabrizio ha creato un lavoro che in Italia non c'era, è azienda di se stesso e anche i tabacchini gli proponevano passaggi di mezz'ora da loro, perché poi avevano una folla di clienti ad acclamarlo".