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PALERMO – Sbarcati lunedì mattina con la nave Dattilo insieme ad altre 798 persone, circa 250 migranti magrebini sono rimasti nel porto di Palermo per quasi 30 ore. Dopo una nottata passata al freddo e sotto la pioggia, hanno ricevuto come unica risposta il decreto di espulsione: non possono godere di alcuna forma di protezione sul territorio italiano. La legge prevede adesso sette giorni di tempo per "allontanarsi volontariamente".

Come scrive "Repubblica", stamattina la maggior parte di loro è riuscita a salire su un treno per Roma, ma molti dei migranti espulsi vaga ancora nella zona della stazione centrale di Palermo, senza soldi né una meta. Alcuni volontari di associazioni hanno dato cibo, vestiti e informazioni utili su come lasciare la città.

Tanti vogliono andare in Francia o in Germania, dove possono contare su amici e familiari. Alberto Biondo dei Laici Comboniani ha seguito direttamente le operazioni e ha dichiarato: "Questo sistema crea degli invisibili. Pensiamo di avere maggiore sicurezza e invece si tratta di un sistema criminale che prima uccide in mare e poi li trasforma in persone invisibili, facili prede degli sfruttatori".