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Con una sentenza sorprendente, il giudice istruttore di Amposta, vicino Tarragona, ha archiviato la causa penale sullo schianto del bus Erasmus costato la vita lo scorso marzo a 13 studentesse, 7 delle quali italiane. "Siamo stupefatti e nuovamente sotto choc", ha dichiarato Alessandro Saracino, padre di Serena, una delle vittime. L'indagine condotta dai Mossos d'Esquadra, la polizia regionale catalana, indicava che un colpo di sonno dell'autista era la causa più probabile dell'incidente.

Secondo la stampa spagnola, in effetti, il conducente avrebbe confessato ai soccorritori di "essersi addormentato". La scatola nera aveva rivelato che il bus aveva avuto diversi anomali cambiamenti di velocità prima di rovesciarsi sull'asfalto, nella corsia opposta. Nel documento di archiviazione, il gip esprime però un parere diverso: esclude che l'incidente sia stato dovuto a  problemi meccanici o alla guida imprudente dell'autista e in assenza di responsabilità penali rinvia le parti al procedimento  civile. Contro la decisione del magistrato spagnolo può essere comunque fatto appello. 

"Ci riserviamo di procedere legalmente in tutte le sedi competenti e chiederemo all'Ue di prendere posizione sulla vicenda", ha annunciato Alessandro Saracino. Al ricorso pensa anche Paolo Bonello, padre di Francesca, un'altra vittima: "Credo che avremo tempo di  presentare ricorso e daremo subito mandato ai nostri legali. Come si può archiviare un'indagine penale su un  incidente stradale in cui l'autista del bus ha ammesso di essersi addormentato?". Nel documento di archiviazione il magistrato di Amposta afferma che l'autista circolava alla velocità massima consentita,100 km/h, e aveva rispettato i tempi di riposo regolamentari. Le analisi del sangue hanno escluso fosse ubriaco