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"Ero andata a Roma qualche giorno fa per portargli di persona il mio invito di nozze, volevo che lui fosse il mio testimone. Mi disse: se le mie forze me lo consentiranno, oggi sto bene, domani non so". A parlare è Valeria Favorito, ragazza trapanese di 29 anni alla quale Fabrizio Frizzi ha donato, nel 2000, il midollo osseo. Quel gesto di solidarietà ha salvato la ragazza dalla leucemia mieloide.

"Ho perso un fratello – continua Valeria tra le lacrime – una persona a cui tenevo tantissimo". La donna racconta di aver saputo che era stato Frizzi il suo donatore sentendoglielo riferire in televisione. "Dopo l'intervento – aggiunge – ci siamo visti un sacco di volte".

Valeria era in condizioni gravissime. Tramite il sistema di donazione nazionale era stato accertato che c'era un donatore a Roma:  "Frizzi – racconta all'Ansa Fabio Benedetti, il medico del Policlinico di Verona che ha eseguito il trapianto – quando ha saputo del caso di Valeria è stato grande: anziché seguire la prassi, rinunciando in parte anche alla privacy, anziché i cinque giorni di ricovero tra prelievo e post intervento si è preso solo 48 ore per procedere con la donazione". "Ha donato a Roma ed è tornato immediatamente a lavorare – prosegue – e noi, caso unico nella nostra storia che conta centinaia e centinaia di trapianti, abbiamo fatto l'intervento di domenica".

Valeria ha saputo dalla televisione che era stato Frizzi a salvarla: "Lo ha raggiunto a bordo campo del 'Bentegodi', lo stadio di Verona, durante una 'Partita del cuore' – ricorda Benedetti – è lì si sono abbracciati tra le lacrime. Non si staccavano più l'uno dall'altra". "Frizzi – aggiunge – è tornato più volte a Verona. Un altro bel momento è stato per i 18 anni di Valeria. Tutti in un locale del centro a festeggiarla e c'era anche lui, quello che lei chiamava il suo fratello più grande, mentre per Frizzi lei era la sorellina".