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Il tradizionale saluto “Viva Palermo e Santa Rosalia” ha risuonato ancora una volta durante il Festino di Santa Rosalia, il numero 399, una delle celebrazioni più importanti della città. L’evento, che ha avuto luogo ieri notte, è stato caratterizzato dalla presenza del sindaco Roberto Lagalla (come vuole la tradizione) e da don Pino Vitrano, responsabile della Missione Speranza e Carità.

La Missione Speranza e Carità è una cittadella dei poveri fondata da Biagio Conte, una figura di spicco che ci ha lasciato lo scorso gennaio. Carola Schirò, una delle persone vicine al compianto padre Pino Puglisi, brutalmente ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993, è stata anche presente durante l’evento.

Secondo alcune stime, circa duecentomila palermitani si sono riversati per le strade lungo il Cassaro, l’asse storico che collega Porta Nuova e Porta Felice. Questa via è stata la meta di un affollato corteo che seguiva la Santuzza, la statua di Santa Rosalia rappresentata come una donna comune, trasportata su un carro bianco a forma di luna.

Durante l’evento, emozionanti immagini del missionario laico Biagio Conte e del parroco di Brancaccio, padre Pino Puglisi, sono state proiettate sui due lati di Porta Felice, che si affaccia sul mare della città. Questo è stato un omaggio speciale a due figure straordinarie che hanno lasciato un’impronta significativa sulla comunità palermitana.

L’anatema di Lorefice contro la droga

Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, dal sagrato della Cattedrale, al passaggio del carro, ha lanciato un anatema contro le sostanze stupefacenti: “Chi compra e traffica droga rimpingua le casse della mafia. Chi fa questo e i mafiosi sono predatori che illudono di felicità e distruggono vite”.

E ancora: “Dio non è un limitatore di felicità ma è Dio con noi che vuole la nostra gioia. Assieme a Biagio Conte ricordiamo anche padre Puglisi, ucciso il 15 settembre di 30 anni fa: il 15 settembre dell’anno scorso è morto il 19enne Giulio, ucciso dal crac venduto a 5 euro a dose. Questo vogliono i venditori di morte, i mafiosi, che uccidono i nostri giovani con la droga e sono predatori di vite e di felicità”.

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