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Nel 1920 Alexander Edward Crowley, il più grande satanista di tutti i tempi (come amava definirsi lui) passò tre lunghi anni in Sicilia. Anni che egli stesso definì come i migliori della sua vita.

All’epoca era una figura tanto evitata quanto idolatrata come mago e messia.
Ed ancora oggi influenza artisti e uomini inquieti. Figuratevi che personaggi del calibro dei beatles e led zeppelin si sono avvicinati ad Alexander Crowley, affascinati dai suoi scritti e dalla sua vita minuziosamente raccolta in libri.

Ma cosa fece “La Grande Bestia”, cosi amava definirsi, in Sicilia?

I racconti vogliono che dopo aver affittato una villa nei pressi di Santa Barbara, Cefalù, abbia fondato una sua personalissima religione che metteva al centro di tutto l’uomo, incentrata sulla magia cerimoniale.
La dottrina prese il nome di Thelema (greco θέλημα, “desiderio” o “volontà”) dal nome dell’abbazia dove viveva.

La scelta del nome della dottrina non è casuale.
Infatti già nell’opera di François Rabelais “Gargantua e Pantagrue” si parla di una abbazia fatta erigere perchè divenisse maestra di vita a coloro che lì abitavano e che possedevano delle caratteristiche che trascendessero la loro condizione sociale e di sangue (ad esempio essere buoni, belli, gentili).

All’interno della casa vi erano anche dei bambini, presumibilmente figli della comunità e senza un padre preciso.

Ma tutta questa segretezza e la presenza di donne e bambini tenuti in maniera molto poco tradizionalistica non faceva che alimentare le dicerie su dei presunti riti orgiastici, uso di droga e forse anche sacrifici umani (e, “perchè no?”, anche di bambini in fasce).

Tuttavia debbo correggere la parola “dicerie” perchè lo stesso Alexander Crowley ammette l’uso di droghe e alcol per “liberare lo spirito dei suoi adepti” e prepararli a sessioni allucinogene, riti magico sessuali e sedute esoteriche.

Ma qualora i suoi scritti vi sembrassero poco attendibili, allora dovete assolutamente visitare la vecchia abbazia. Lì potrete ammirare alcuni dipinti, affreschi e infissi decorati, che rappresentano demoni, donne nude e sacrificate e iconografie dei viaggi del maestro in giro per il mondo. Molte opere sono andate perse. Un esempio è la stanza del trono, con il famoso pentagramma dai colori sgargianti.

In una bella rappresentazione vi è una donna scarlatta, dai capelli rossi come il fuoco, che viene trafitta con un coltello da due uomini neri alle sue spalle.

Altre immagini raffigurano dei demoni assorti in atti sessuali. Famosa è la stanza da letto di Alexander Crowley, la meglio conservata e meno imbrattata dai vandali, dove oltre ai dipinti orgiastici campeggia la scritta: “fissa il tuo sorriso demoniaco nella mia mente e immergimi nel cognac e nella cocaina”. Rappresentazioni e messaggi più o meno velati che dovevano spronare il visitatore ad abbandonarsi alla legge telemica del “fa ciò che vuoi”.

L’Abbazia di Thelema: una avventura di tre anni. Viaggio che, oltre a costare a Crowley una fortuna e lo sperpero di tutti i suoi beni di famiglia, si concluse con il drammatico evento della morte di un suo discepolo. Il preferito.

Pare che il maestro gli avesse imposto di bere il sangue di un gatto decapitato.
Sangue che gli avrebbe trasmesso una malattia mortale, come confermato nei registri dell’epoca: 16 febbraio 1923.

Focalizzate la data. Vi dice nulla?

Oltre al fatto di vivere in maniera dissoluta in Sicilia, Crowley lo fece nell’epoca più sbagliata: quella fascista. Quella della mancanza di libertà d’espressione.
E fu così, infatti, che dopo un mese dalla morte del suo pupillo, La Grande Bestia fu convocata ed espulsa.

Gli adepti vendettero i mobili e gli arredi della casa per poter ripagare in parte i debiti lasciati da Crowley stesso e per poter tornare lì da dove eran venuti.

Cosa ne pensate di tutta questa storia?

La prossima volta che vi recate a Cefalù ora sapete cos’altro visitare o continuare ad evitare 🙂

Autore | Viola Dante; Immagine | facebook.com/lasicilia/