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Ha acquistato la casa della moglie di un presunto appartenente a un clan mafioso, trovando all'interno titoli di Stato per 30.000 euro. Il protagonista della particolare vicenda è un ragusano di 64 anni, che risiede a Roma. Nel 2006 l'uomo ha comprato un grande immobile di proprietà della moglie di un uomo arrestato pochi mesi prima per mafia, a un'asta di beni immobili. A distanza di anni, ripulendo il piano terra per alcuni lavori di ristrutturazione, sono stati rinvenuti due bot dello Stato, appartenuti alla famiglia dei vecchi proprietari e ue certificati di debito pubblico dello stato italiano emessi nel 1947, del valore nominale di 5 mila lire, con clausola al portatore. Dopo il ritrovamento, il 64enne ha chiesto spiegazioni in merito alle modalità per il rimborso, ma gli è stato detto che i titoli erano caduti in prescrizione. 

Il Corriere di Ragusa riporta quanto è accaduto in seguito:

Si era quindi deciso di agire legalmente, tramite le avvocatesse Annalisa De Angelis e Sofia Navarretta del foro di Ascoli, per la riscossione dei crediti vantati. Lo studio legale aveva proceduto alla stima contabile dell’importo totale dei titoli, e, con il favore degli interessi legali e della capitalizzazione, si è raggiunta una cifra, dalla data del 2 gennaio 1947 (giorno di emissione) alla data del 6 luglio 2016 (giorno della diffida legale) di 31 mila 150 euro. La diffida, ritualmente notificata tramite posta elettronica certificato pec, era rimasta priva di riscontro. 

Per quanto concerne la problematica della prescrizione, secondo lo studio legale i titoli in questione non sono affatto prescritti. Infatti al termine «naturale» stabilito per il rimborso, vanno aggiunti i dieci anni di prescrizione ordinaria. I dieci anni, inoltre, non decorrono immediatamente dal giorno successivo alla scadenza del trentesimo anno ma da quando il titolare è in grado di far valere il proprio diritto. Alla luce di ciò l’uomo ha dunque deciso di agire legalmente davanti al Tribunale Civile di Roma per il pagamento di quanto dovuto.