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Al Bano avrebbe ancora voglia di cantare, ma i problemi fisici gli "suggeriscono" di mettere un punto. "Prima dell’infarto stavo da Dio, è questa botta improvvisa che mi ha cambiato totalmente", ha dichiarato in una lunga intervista a "Rolling Stone". L'artista ha parlato dell'addio, ma anche della sua carriera musicale e anche della similitudine tra la musica e il sesso. "Ne sentivo il bisogno fisico e mentale. Sai, dopo aver avuto un tumore, poi un infarto, poi un’ischemia e infine un edema alla corda vocale destra, cominci a pensarci meglio. Sono arrivati tutti nello stesso periodo, li ho presi come dei segnali", spiega.

Quest'anno continuerà con un ultimo anno di live in Italia e in giro per il mondo perché la musica resta l'amore più grande: "Fare musica è come scopare. È fantastico. Per me la musica è stata sempre come un tappeto magico. Quando avevo cinque anni mio padre mi portava in campagna a zappare nei campi. E lì mi ricordo che cantavo. Stessa cosa a scuola: una volta consegnai un testo di una mia canzone al posto delle risposte di un compito di chimica. Quando la professoressa venne da me per chiedermi spiegazioni, le risposi: 'È questa la mia chimica'. Ovviamente quell’anno mi bocciarono".

"Mi sono sempre sentito iperattivo, pieno di energie. Poi un bel giorno mi sono trovato a pagare il conto con il mio corpo. Nella sfiga, mi è andata anche bene e sai perché? Mi ha aiutato l’infarto. Le medicine post-infarto hanno lenito gli effetti ischemici", prosegue Al Bano, che poi ricorda gli albori della sua carriera: "Quando sono venuto a Milano, il mio primo lavoro è stato quello del cameriere in un ristorante. Un giorno uscì sul giornale un trafiletto: 'CM di Celentano e Massara cerca voci nuove'. Sono andato a fare il provino e mi hanno richiamato, perché evidentemente la mia voce è piaciuta. Quelli del Clan Celentano mi fecero cantare un pezzo dei Temptations, dicendomi: 'Se riesci a cantarla, ti facciamo fare subito il disco'. Ora, io non sapevo mezza parola d’inglese, se non 'good morning', 'good night', ‘love' e così via. Me la studiai, con tutti i falsetti e i vocalizzi black, e loro rimasero sbalorditi. Anche io, a dirla tutta".