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“A Vigata comunque non dirò mai di no”. A dirlo è Alessio Vassallo, celebre attore palermitano che ha vestito i panni di Mimì Augello nella serie di Rai 1. Il giovane Montalbano mi ha svoltato la carriera e mi ha arricchito anche umanamente, come uomo”. 

Chi è Alessio Vassallo

Vassallo ha lasciato la sua Sicilia nel 2007 per studiare recitazione a Roma, presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Dopo il debutto nel film a episodi Niente storie, recita in Viola di mare, L’ultimo re, I baci mai dati, La moglie del sarto, Fino a qui tutto bene. Tra il 2015 e il 2016 prende parte a La bugia bianca e Il giorno più bello, ma è il 2008 il vero anno della svolta: Vassallo recita nel film La vita rubata, che gli dà l’opportunità di lavorare con Beppe Fiorello.

Dopo aver interpretato Mimì Augello ne Il Giovane Montalbano, si sta attualmente dedicando alla nuova serie Sei donne – Il mistero di Leila, in onda  dal 28 febbraio in prima serata su Rai 1. Vassallo interpreta l’ispettore palermitano Emanuele. Si tratta del suo primo ruolo gay.
Nel frattempo però è anche nei teatri con lo spettacolo La concessione del telefono, sempre da Andrea Camilleri, e pure in tv con il programma di RaiCultura. Lo ricordiamo anche per il suo ruolo in Sopravvissuti, al fianco di Lino Guanciale, e nel tv movie natalizio Se mi lasci ti sposo, della “collection” Rai Purché finisca bene.

La vita di attore

Ha rilasciato un intervista a Rolling Stone in cui si è raccontato senza filtri. Si è focalizzato sull’essere attore e sulla difficoltà di saperla gestire. “È terribile. Ti ritrovi a interpretare delle vite che sono logicamente più interessanti della tua. Poi che succede? Torni a casa, ti senti giù, e vorresti subito calarti in una nuova avventura. Invece è importante dedicare del tempo a se stessi”.

Alla domanda se tornerà Il Giovane Montalbano e se sia stato giusto sospenderlo dopo la morte di Camilleri e del regista Alberto Sironi risponde così. “Me lo auguro. In passato giravano voci in tal senso, ma poi non si è mosso nulla. A Vigata comunque non dirò mai di no: Il giovane Montalbano mi ha svoltato la carriera e mi ha arricchito anche umanamente, come uomo. Io sono disponibile. Intanto sto portando a teatro La concessione del telefono. Personalmente mi è spiaciuto, ma non sono scelte sulle quali posso dire la mia. Noi attori siamo un po’ come i pompieri: ci chiamano e noi ci caliamo dal palo e andiamo sul set”.

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