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Nelle ultime ore si sta diffondendo una vera e propria psicosi-carne. Un messaggio audio gira da qualche giorno su WhatsApp divulgando la (presunta) notizia di controlli su oltre 30 campioni di carne prelevata nei punti vendita della catena Giaconia: "Stanno facendo analisi in laboratorio. La situazione è molto delicata. Gli uffici dell’Istituto zooprofillatico sono stati invasi, ci sono le celle frigorifere piene e stanno facendo indagini sulla tracciabilità dei prodotti", si sente nel messaggio.

Ma Santo Caracappa, direttore generale dell’Istituto, getta acqua sul fuoco: "Sono controlli di routine, nessuna emergenza. Abbiamo accelerato le analisi proprio a causa di questo messaggio, per il quale abbiamo sporto una denuncia alla polizia postale". Una delle titolari della catena di supermercati, Cinzia Giaconia, assicura: "Non è stato fatto alcun sequestro. Siamo sereni perché noi non sofistichiamo le carni. Attendiamo l’esito delle analisi".

I prelievi dei prodotti sono stati fatti da Palermo a Catania, anche se molti campioni provengono dalle Petralie. Il timore, stando al messaggio che sembrerebbe arrivare direttamente da qualcuno che lavora all’Istituto zooprofilattico, è che possano essere stati utilizzati additivi chimici, come solfiti e nitrati, per alterare la qualità dei prodotti e mantenere il classico colore rosso vivo delle carni fresche.

Il personale del Nas, il Nucleo antisofisticazione, ha controllato negli ultimi mesi molti punti vendita. Tra giovedì e venerdì i carabinieri hanno acquisito piccole porzioni dei prodotti, soprattutto di carni bovine, per effettuare delle analisi tramite i laboratori dell’Istituto. Anche la dirigenza dei punti vendita Prezzemolo&Vitale, azienda tirata in ballo nei messaggi audio, si è rivolta alla polizia postale e ha pubblicato un messaggio: "La società comunica di aver effettuato una denuncia contro ignoti per un falso messaggio diffuso viralmente su WhatsApp circa falsi problemi di qualità di prodotti alimentari distribuiti anche dai nostri negozi. La società precisa che tale messaggio è un evidente falso messo in circolazione da soggetti senza scrupoli o forse da concorrenti".