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Catanese cacciata dal bar per unosnack senza glutine. Giovedì mattina, Enza Bifera, una donna celiaca di Catania, entra nel bar Buonarroti di piazza Michelangelo nella omonima città  per fare colazione. Una volta dentro, chiede un cappuccino ed una colazione senza glutine. La struttura, rappresentata dalla signora alla cassa, le fa notare che il bar non è munito di prodotti senza glutine. Buona abitudine di un celiaco, ovvero intollerante al glutine (presente in tutti i prodotti lavorati con le farine) è quella di portare in borsa uno snack, un salvafame da borsetta. Tenuto conto che non poteva acquistare nulla di commestibile senza glutine, la donna chiede di poter consumare il  cappuccino e lo snack che portava in borsa per ogni evenienza. 

La signora con fare offeso ed indignato la ammonisce dicendole che "non solo non avrebbe potuto consumare lì la colazione ma che non avrebbe dovuto neppure entrare nel bar con lo snack senza glutine". E quindi la invita ad uscire. acciata dal bar la donna se ne va senza avere consumato nulla, e attraversata la piazza, entra nel bar Ventura, lì vicino, dove viene accolta ed accontentata. Un'esperienza certamente infelice che è finita anche sui giornali, in un aritcolo de 'La Sicilia' di Catania in cui la vittima-protagonista di questo assurdo episodio esprime il suo dissenso e rivendica il diritto alla colazione. "Sembra banale ma, quando si vive nel mondo dei mediocri, è necessario rivendicare persino ciò che dovrebbe essere scontato. Mi chiamo Enza Bifera, sono intollerante al glutine ed alla maleducazione", scrive sul suo profilo Fb. 

In merito alla notizia riportata sul quotidiano La Sicilia del 21 febbraio dal titolo: “Vada via, è celiaca! Cacciata dal bar per snack senza glutine”, è intervenuta la presidente regionale dell’Associazione Italiana Celiachia Sicilia, Giuseppina Costa: “L’episodio accaduto nel pieno centro di Catania alla signora Enza Bifera (alla quale va tutta la solidarietà della nostra Associazione) se fosse scaturito dalla penna di un irritante autore comico demenziale sarebbe grottesco. L’accaduto, invece, denuncia tutta l’attualità di una malattia sociale, la celiachia, che può ancora oggi avere risvolti di emarginazione e avvilimento della dignità personale. Ha, infatti, dell’incredibile che nel terzo millennio un pubblico esercente operante nel settore alimentare non abbia la preparazione per accogliere un cliente celiaco o con intolleranze alimentari in genere”. A.i.c. dal 2000 è impegnata sul fronte della sensibilizzazione e informazione degli Operatori del Settore Alimentare attraverso il progetto A.f.c. (Alimentazione fuori casa), che prevede una categoria specifica per i bar. Per i bar sono indicate semplici regole per poter offrire al celiaco la giusta accoglienza senza manipolare alimenti, con l’uso di preconfezionati che oramai hanno raggiunto un altissimo livello gustativo, pertanto sono adatti al celiaco ed apprezzabili da qualsiasi palato. La formazione di base sulle modalità di somministrazione di pasti senza glutine è garantita dall’Asp che anche quest’anno a Catania ha già, per il sesto anno, pubblicato il calendario dei corsi gratuiti tenuti dai Sian (Servizio igiene alimentazione nutrizione) in collaborazione con Aic. “Invitiamo pertanto – conclude la presidente regionale Aic – tutti coloro che ancora non sono in grado di accogliere la clientela celiaca, ma anche coloro che intendono approfondire l’argomento, di mettersi al passo coi tempi e con la civiltà, in particolare in una città come Catania. Ci aspettiamo infine che anche le associazioni di categoria diano una risposta concreta, sia al singolo episodio verificatosi nel capoluogo etneo sia a questa malattia sociale che è la celiachia magari intraprendendo un percorso di crescita e sensibilizzazione con A.i.c. perché fatti incresciosi come questo non abbiano a ripetersi”.