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Andrea Camilleri è morto alla soglia dei 94 anni. Lo scrittore siciliano lascia un grande vuoto nel cuore delle persone care e anche di tutti quelli che lo hanno apprezzato, non soltanto come scrittore, ma anche come uomo. In una recente intervista a Radio Capital, Camilleri ha parlato della morte, dei rimpianti e dei suoi ricordi più cari. Ascoltandole oggi, quelle parole assumono un significato ancora più profondo.

«Non ho paura di niente. Non ho paura della morte. Con la morte ho un buon rapporto, ci rispettiamo. Accogliere la morte come un atto dovuto, è saggezza. Accogliere la morte con paura, con spavento, con ritrosia… sei già morto, all’atto stesso della tua nascita», afferma.

E continua: «Non ho rimpianti, sono un uomo che ha avuto una vita fortunata, ha fatto sempre quello che voleva, si è guadagnato il pane facendo quello che gli piaceva fare, è felice di avere pronipoti, è felice di avere vissuto».

Il ricordo più bello di Andrea Camilleri

Quando gli viene chiesto quale sia il suo ricordo più bello, risponde: «Il mio ricordo più bello è la giornata in cui mi sono sposato. Ho passato una notte infame: metà di me diceva, “Alzati, vestiti, prendi il treno e scompari”. L’altra metà diceva “Cretino, nessuno ti sta obbligando, è una tua libera scelta”. Quella che sarebbe diventata la mia futura moglie, mi aveva detto: “Il vestito del matrimonio non te lo far fare dal solito sarto, perché ti fa delle spalle strettissimo”. Però io me lo feci fare da lui.

Quando indossai quella giacchetta, mi sentii morire, avevo delle spalle infantili. “Te l’avevo detto, vedi che spalle strette hai?”, mi disse mia moglie. Quella notte infame, mi levai la giacca e gliela sbattei in faccia. Le dissi “Sposati uno con le spalle larghe!”.

Lei avanzò di un passo e mi diede uno schiaffo. Mio padre a momenti cadeva svenuto per terra. Dopo di che ci guardammo negli occhi, cominciammo a ridere e la risata continuò per il giorno più allegro della mia vita. Ci furono incidenti incredibili, soprattutto quando mia moglie sbagliò dita e sposò il prete. Mise l’anello al dito del prete!».

«Oggi posso dire di essere un uomo felice», conclude Andrea Camilleri.

 

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