In un piccolo rifugio incastonato sulle Rocche del Crasto, sotto il cielo in cui volteggiano liberi grifoni e aquile, vive Angelo Pidalà, l’eremita “sociale”. La sua storia l’ha portato in diverse parti d’Italia e del mondo, ma è in Sicilia che ha sempre lasciato il suo cuore.
- Angelo Pidalà, le radici sono più forti di tutto.
- L’eremita “sociale”, che ha trovato il luogo dell’anima sui suoi Nebrodi.
- Aveva lasciato la Sicilia, ma poi ha capito che è qui che c’è la sua casa.
L’eremita “sociale” che vive sui Nebrodi
Esistono storie che dimostrano quanto siano importanti le radici. Quanto sia forte il legame con i luoghi d’origine: un legame che, talvolta, deve passare dalla rabbia, dall’odio e dall’abbandono. Perché è in quei momenti che si capisce quale posto si può davvero chiamare “casa”.
La Sicilia è una terra in grado di suscitare sentimenti forti e contrastanti. Lo sanno bene i siciliani e quanti l’hanno lasciata, per scelta o per necessità. Ma lo sanno anche molto bene coloro che continuano a viverci. Essere siciliani, ha detto Ferdinando Scianna, è “Una condanna e un privilegio. É un destino“. E il destino sembra sia stato un elemento determinante, nella vicenda che stiamo per raccontarvi.
Angelo Pidalà ha lasciato la Sicilia per tornare
La storia di Angelo Pidalà, l’eremita “sociale” che vive sui Nebrodi, è bella ed intensa. A 17 anni è fuggito da Longi, perché voleva evadere da una vita che non gli piaceva. É arrivato a Roma, dove è diventato un parrucchiere di successo. Aveva tutto ciò che gli serviva, ma non si sentiva a casa.
La sua era una famiglia contadina, che coltivava il grano e faceva pascolare le mucche. La Sicilia era il luogo che odiavo di più da piccolo. Per questo motivo, appena ha potuto, è “scappato” a Roma. Aveva tutto per essere felice, con una carriera di successo. Rientrando la sera, però, si sentiva solo. Quel mondo non faceva più parte di lui e voleva cambiare vita.
Negli anni una storia familiare lo aveva ancora di più allontanato dai suoi luoghi: ha perso un fratello e questo ha “spezzato” la sua famiglia. É andato anche in Australia e lì, dall’alta parte del mondo, ha capito che quella casa che tanto cercava c’era, ma doveva solo avere il coraggio di tornare. In Sicilia c’è la “casa dell’anima“, racconta oggi.
Il vero luogo da chiamare “casa”
«Le cose belle vanno condivise. Se le tieni solo per te perdono di valore», racconta Angelo Pidalà. Ha imparato a volare quando l’esperienza l’ha fatto crescere, intorno ai 35 anni. Intervistato da Massimiliano Orsini, su Rai1, ha parlato della sua storia: una storia che va condivisa.
E proprio con una citazione dal libro di Orsini, “Kalipè”, vogliamo concludere: “Sono un contadino che aveva paura di esprimere le emozioni perché non si considerava e quindi non dava importanza ai suoi pensieri. Agivo influenzato dal giudizio degli altri, facendo ciò che dicevano, e umilmente reprimevo i desideri. Sono stato ragazzo fortunato, perché credevo nei sogni ed ero destinato a crescere. Grazie a un sogno ho incontrato me stesso e mi è venuta voglia di volare”.