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Ai domiciliari sono finiti gli assistenti capo Nicolino Di Biagio, Giuseppe Sparacino e Francesco Paolo Minà, scatenando, com'era prevedibile, un putiferio. Per loro le accuse sono gravissime: scontavano verbali, e in alcuni casi chiudevano un occhio, per costringere gli autotrasportatori a pagare un "obolo". Le intercettazioni riportate da "LiveSicilia" pesano come macigni. 

Ecco cosa diceva Sapracino a un collega: "… non ho sospetti di niente perché ripeto io non è che ho preso mai in mezzo alla strada pesce, tonno, uova e minchiate varie… noi queste cose non le abbiamo fatte mai compà.. mai… mai… manco mai soldi… manco mai 5 euro, 10 euro… mai". Le indagini avrebbero svelato che, in realtà, almeno in un'occasione gli agenti si sarebbero fatti corrompere con 600 euro, a fronte di una promessa complessiva di 7 mila euro. E in un paio di occasioni si sarebbero fatti regalare delle bombole di gas da un autorrasportatore. 

C'è di più, però, perché lo stesso Sparacino ammetteva che "noi altri a Natale siamo andati a trovare a qualcuno… allora lui magari piglia… anziché pigliarci 50 euro piglia e ci piglia 50 buoni benzina hai capito?… questo abbiamo fatto… abbiamo diviso a tutti i colleghi abbiamo diviso… 20 a quello, a quello che più anzianotto gliene diamo 50, hai capito… abbiamo fatto questo, lo ha fatto pure con te Nicola…".